10/07/2024

La guerra è sempre evitabile

         All’incontro di ieri 6.10.2024 di Filosofia sui Navigli dal titolo "POLEMOS: ineliminabilità della guerra e strategie di pace" con relatore Salvatore Natoli già docente di filosofia teoretica all'Università Bicocca di Milano, abbiamo fatto della teoria sul un tema di scottante e tragica attualità. 

Occorreva però chiedersi se la guerra sia ineliminabile, in quanto connaturata alla nostra natura umana e non solo, perché insita in ogni specie, animale e vegetale del creato. Anche l’apparente tranquillità e incantevole pace di un floreale percorso boschivo nasconde, all’interno e nei particolari di ogni animale e pianta, un microuniverso di tormento e lotta per la sopravvivenza che non risparmia nessun “vicino”, come ci ha spiegato il relatore e come già osservava Leopardi nello Zibaldone. 

Anche secondo Kant, nessuno di noi tende per natura alla pace; al contrario, nello “stato di natura” siamo inclini alla guerra, spinti da brame di potere e da intenti puramente egoistici.  

Ma allora la guerra è ineliminabile? Sì, ma non inevitabile, come ha tenuto a sottolineare Natoli. È evitabile perché è il risultato di decisioni di governo degli Stati, decisioni che possono essere di segno opposto alla guerra. La guerra non è ineluttabile. 

Dopo i vari trattati internazionali in seguito alle disastrose conseguenze che le guerre hanno provocato nel mondo, siglati tra gli Stati affinché quelle atrocità non più si ripetessero - e nonostante restino dichiarazioni di principio, come possiamo constatare nell’attuale scenario delle due principali guerre in corso -  si ha ora una certa reticenza a bombardare e danneggiare il nemico, risparmiando per quanto possibile obiettivi civili, nella consapevolezza della enorme potenza distruttiva delle armi attuali rispetto a quelle di una volta (per non parlare dell’arma nucleare, in numerose e terrificanti testate sparse per il globo, che può degenerare in una distruzione totale, senza né vincitori né vinti) e per lasciare aperti i canali della diplomazia. 

Ma  l’attuale scenario con le due principali guerre in corso, ci induce pensare che è  sempre tempo di guerra (ineliminabilità della guerra) perché l’aggressività è connaturata alla nostra indole, appartiene alla nostra esistenza e sembra inestirpabile. La difesa della libertà e dei valori di “democrazia occidentale” visti come garanzia di civiltà sono ora lo scudo dietro cui ci trinceriamo permettendo che interessi di natura economica e politica prevalgano sul diritto alla vita. Tolleriamo guerre mascherate da operazioni di pace, anche quando si rivelano conflitti sanguinosi che calpestano ogni diritto umano.  

Viviamo in un periodo di cambiamento epocale sotto il profilo dell’analisi storica. Sicuramente è un momento di trasformazione del progetto imperialistico angloamericano di dominio e controllo mondiale (NWO) ma questo non significa ancora una situazione di chiaro declino delle mire degli Stati Uniti ritenendoli prossimi a una sonora sconfitta. I momenti di trasformazione sono molto turbolenti e ritorna sempre utile il monito gramsciano per cui “la crisi consiste proprio nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati”.  

L’evoluzione dell’umanità è dettata  dallo sviluppo dell’intelligenza e del sapere, e a me sembra impossibile un nostro destino così tragico, votato all’autodistruzione. Siamo gli unici essere raziocinanti dotati di tecnologia in questo mondo e possiamo ora ben superare gli istinti primordiali di supremazia e prevaricazione dovuti ancora ad un retaggio genetico scimmiesco. A che cosa è altrimenti dovuto questo nostro lato oscuro che caratterizza la nostra umanità e al tempo stesso la nostra disumanità?  

Abbiamo il dono della ragione, che può essere ora amplificata dalla A.I., usiamola! Per tornare al nostro Kant, egli sottolinea anche come la guerra sia un indicatore della imperfezione della cultura dell'uomo e, di contro, la pace duratura, che definisce “perpetua”, sia il miglior indicatore del raggiungimento, da parte dell'uomo, dello stadio di “perfetta cultura”.  

Se non si convertono le industrie di armi ci sarà sempre la guerra… Armare tutto ciò che è possibile e moltiplicare le tensioni costituisce il cuore di una vera e propria economia “autosufficiente” di cui fanno parte anche i prezzi dell’energia e delle nuove materie prime. Perché il nuovo capitalismo finanziario vive di mostri.  

Sabato 21 settembre 2024 in occasione della Tre giorni per la pace presso il C.I.Q. di via Fabio Massimo n. 19 a Milano, l’attore e regista Silvano Piccardi ha tenuto, insieme ad altri due bravi attori, una lettura teatrale sulla cultura della guerra, dall’antichità fino ai giorni nostri, attraverso la parola dei poeti, da Omero fino ai contemporanei. In quei tre giorni vi è stata una scarsa partecipazione, come sottolinea lo scrittore Angelo Gaccione, da sempre attivo, anche a costo di scendere in piazza incurante di ogni intemperia e dei propri malanni, per manifestare contro la guerra. Perché essere contro la guerra solo a chiacchiere non è vero impegno civile:  https://libertariam.blogspot.com/2024/10/contro-la-guerra-chiacchiere-di-angelo.html 

Sulla  rivista ODISSEA da lui diretta si trovano anche i miei scritti contro la guerra https://libertariam.blogspot.com/search?q=Bonomo%20sulla%20guerra per l’impegno civile sul disarmo globale.  Nello scenario attuale e drammatico della guerra tra USA e Russia (sul terreno ucraino) e di quella ancora più tragica in Medio Oriente tutti noi dobbiamo impegnarci, a fronte di una possibile e catastrofica terza guerra mondiale, a diffondere un messaggio di pace, ciascuno come può e a proprio modo (sui social, su riviste, su blog, via email, nelle chat, etc.). 

Se la guerra è inevitabile in natura, come ci dice Natoli, nel consorzio umano è sempre evitabile. Impegniamoci a evitarla. #NoWar #CandideCoin #GlobalDisarmament

  Milano, 7.10.2024
          Avv. Giovanni Bonomo – Centro Culturale Candide

 



10/01/2024

Il Centro Culturale Candide non si ferma, si reinventa e continua la sua missione nell’attuale trasformazione digitale della società

Ormai sono parecchi anni non apro più i battenti della mia casa per i salotti letterari, cari artisti, scrittori, poeti… perché il Centro Cultuale Candide, ritornando alla sua idea filosofica iniziale, è l’officina di pensiero che esprimo sui social e negli articoli non giuridici su fatti di cronaca anche geopolitica per un giornalismo indipendente e non asservito ad alcun editore.

La storia del Centro Culturale Candide è scolpita nel suo sito e così anche il suo significato è descritto nel suo logo.

Lo scopo sociale e nobile di diffondere arte e cultura, che andava oltre il proposito personale, insito in ognuno di noi, di essere apprezzati – ad iniziare da chi ci ha messo al mondo – è stato solo in minima parte realizzato, avendo attirato invece più nuovi nemici che amici. Del resto il mio destino era il digitale, per condividere il sapere, avendo poi compreso, grazie all’uso di Facebook e degli altri social che chi è solo è sempre in buona compagnia e che chi è in cattiva compagnia vive di solitudine chiassosa.

Non può essere un puro caso, ma un segno del destino, come dico nell'articolo "Il Candide meneghino e l'Intelligenza Artificiale", che il mio salotto appaia in testa ad un articolo su Il Quotidiano del Sud 18. 2.2023 riguardante il fenomeno affascinante di cui si parla in tutto il mondo: Chat GPT di OpenAI, che prelude ad una nuova era dominata dall’Intelligenza Artificiale.

Saper conciliare la cultura umanistica con quella finanziaria e di marketing non è cosa facile, come dico in Cultura umanistica e sapere digitale: quanto Internet distrae dalla lettura dei libri, tanto i libri possono distrarre dall'approfondimento digitale per usare in modo produttivo la Rete. Del resto a imprese impossibili Candìde non si è mai sottratto, dalla salute pubblica e la difesa dell'ambiente (ad iniziare dalle denunce dei MCA  manufatti contenenti amianto dispersi per l'Italia) alle battaglie per ricostruire la democrazia tramite leggi elettorali eque e costituzionalmente orientate, essendo la polifica dell' impossbile nelle sue corde e nella sua genetica.

Al di sopra di ogni schieramento politico i salotti e i circoli culturali hanno sempre permesso al pensiero di progredire e di agevolare il difficile cammino della democrazia e della libertà, di radicare i princìpi liberali dentro le coscienze e dentro la laboriosità di chi ha fatto impresa.

Tra ideologia e utopia viviamo in un mondo dalle infinite possibilità. Per quanto riguarda poi rapporti umani mi piace ricordare quanto disse Einstein: “Conosco ormai l'incostanza di tutti i rapporti umani e ho imparato a isolarmi dal freddo e dal caldo in modo da garantirmi comunque un buon equilibrio termico.”

Dato che ora ho un’esistenza più ritirata e quieta, devo dire che è un vero peccato imparare le lezioni della vita solo quando non ci servono più; e a coloro a cui non rispondo al telefono dico ora, pubblicamente, di riprovare più avanti, magari mi riapro al mondo e riaprirò anche il mio salotto.

Del resto non si può, e nemmeno lo voglio, cancellare il mio passato: nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi, migliorato da molti lati. Così, anziché nutrire inutili risentimenti, ringrazio pure chi mi ha fatto scoprire l'amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti essermi amico/a credendoci e chi invece l'ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.

Ho dovuto anche riflettere sull’astio e sull’intolleranza che anche io di rimando avevo, perché non pagano, e così nemmeno il classismo e il razzismo, e ho dovuto comprendere che non è importante il colore della pelle bensì il calore delle palle – come mi disse una volta il compianto A.G. Pinketts, amico di acrobazie verbali – almeno per chi le ha nell’affrontare i tanti casi avversi che la vita ci dispensa.

Bisogna sempre mirare alla Luna, volando alto col pensiero, anche al cospetto di chi te la indica col dito medio, solo così si raggiungono le più alte vette. Non a caso l’espressione to the moon indica il valore delle criptovalute che va fin sulla luna e il cui prezzo va fino alle stelle.

Milano, 30. 9.2024
avv  Giovanni Bonomo - Candide C.C.