11/10/2022

CULTURA UMANISTICA E SAPERE DIGITALE

Così distanti sembrano la cultura umanistica e quella finanziaria, eppure possederle entrambe ci spianerebbe la strada in ogni campo del sapere, oltre a renderci più attenti con le nuove tecnologie senza privarci di empatia e umanità. Resta il fatto che solo la lettura di buoni libri può salvare questo mondo arido e opportunista. 

Internet sta radicalmente cambiando il modo di fare informazione oltre che di comunicare. In Modi e mode della comunicazione della rivista Il Velo di Maya aggiorno i miei lettori sulle novità del terzo millennio appena iniziato e sull’avanzamento tecnologico dell’ecosistema digitale, essendo la pur pregevole disamina, di dieci anni fa, della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni già datata e inattuale. Nella mia intervista di due anni fa spiego come Internet sta diventando un sistema operativo sociale ad accesso universale e tendenzialmente wireless.     

Se il “Web 2.0” ha rappresentato un nuovo paradigma nell’ecosistema Internet, sottolineando gli aspetti legati all’accessibilità dei contenuti,  alla disintermediazione, ai contenuti generati dagli utenti (self generated content) e ai social media (mettendo in discussione consolidati equilibri e rapporti di forza anche nell’editoria, costretta a emigrare all’estero), il “Web 3.0” e l’“Internet of Things”, insieme alla TLD tecnologia di registro distribuito sottesa alla blockchain, rappresenta il cambiamento ancor più profondo e pervasivo nella vita dei consumatori e dei cittadini, sia a livello economico che sociale. Adesso la combinazione di connettività a banda ultra-larga, l’ampio uso di servizi in mobilità, il rapido sviluppo di applicazioni innovative, di geo-localizzazione e i big data hanno infatti prodotto un forte impatto sull’economia e sulla nostra vita quotidiana. 

Nell’attuale contesto multimediale prevale il visivo sull’auditivo, perché il video funge da motore del cambiamento, come dimostra il fenomeno di Tik-Tok, sorta di Twitter visivo con minivideo flash in grado di impressionare e catturare l’attenzione immediata del navigatore in Internet. In una mia più recente intervista rivelo la mia doppia anima di umanista e di imprenditore digitale, ma non dico – e lo faccio qui - che è difficile conciliare la cultura umanistica con quella finanziaria e di marketing: devo spesso constatare che chi è umanista e letterato dimostra una notevole ignoranza tecnologica e, viceversa, chi è aduso a districarsi nel marketing e ha conoscenze digitali dimostra una notevole ignoranza umanistica e letteraria. 

 Collaborando con riviste di arte e cultura mi rendo conto di questa dicotomia che sembra irrimediabile di chi è dedito alla letteratura e di chi è viceversa dedito alla navigazione in Internet e usa lo smartphone per informarsi: così come Internet distrae dalla lettura dei libri e così i libri possono distrarre dall’approfondimento  digitale per usare bene in modo produttivo la Rete. Ma un giusto equilibrio imporrebbe di essere scaltri nell’uso di Internet in mobilità e delle App senza sacrificare quella spiritualità autentica che solo la lettura di buoni libri può dare. 

In un mio post su Facebook proposi di allestire un Circolo di lettura in ogni condominio, anche se la propria portinaia non è esattamente come Renée di L'eleganza del riccio, di Muriel Barbery: solo la cultura può salvare questo mondo governato da interessi che non hanno nulla a che vedere con l'umanità e la salute dell'anima. 

Milano, 10.11.2022

Giovanni Bonomo
         CCC Centro Culturale Candide – CxT Creativity for Technology



 

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