1/30/2023

Ideologia e utopia. Dialogo con Lorenza Franco

       Mi rivolgo ora alla compianta madre con questa parole, dovunque ella sia e dovunque si fosse reincarnata o ritirata in quella polvere di stelle degli spazi siderali da dove tutti veniamo.    

  Cara mamma, te lo devo proprio dire. Ma con una premessa e nota positiva. Ho recuperato tutto ciò che è rimasto a fronte della gente senza scrupoli che ti ingannò e che per quanto riuscì a convincerti che io fossi il nemico, non ebbe alcun successo invece sul piano intellettuale perché fosti sempre forte a opporre un lapidario NO. Solo a me riconoscevi il coraggio e la virtù di chi combatte per i nobili ideali di libero pensiero e nessuno riuscì a influenzarti dicendoti il contrario. Su questo eravamo sempre in sintonia, anche sulle buone letture che tengono sveglio ed elevano il pensiero. E mi ringraziasti pure tante volte di averti promosso come poetessa e di averti dedicato già in vita quel portale e raccoglitore di poesia diVinidiVersi.it che richiama anche l’alto profilo morale intellettuale del compianto amatissimo marito Aldo Bonomo 

   Ora te lo devo proprio dire, dicevo, perché non posso più nascondere il notevole sforzo per far coesistere in me gli ideali democratici di rispetto e di tolleranza in uno con il disprezzo e lo sdegno verso la massa di imbecilli guerrafondai che ci governano, per quanto abbia già deciso di sfrondare la mia vita dalle false e inutili amicizie, dedicandomi di più al lavoro e allo studio, all'erudizione, alla ricerca. Ora sto esplorando l’affascinante mondo digitale in tutte le sue manifestazioni, futuribili e in atto, che solo pochi anni fa si consideravano fantascienza, tra cui il metaverso, la blockchain e l'intelligenza Artificiale. Sì mamma, perché scrivo ancora gli articoli che tanto apprezzavi, dicendomi quanto fosse stato orgoglioso papà se avesse potuto leggerli, facendomi piangere. Dal giuridico al metagiuridico fino al filosofico e sociologico, la vita e l’avanzamento scientifico e tecnologico sono da cogliere in tutte le sue manifestazioni. Per questo ho anche intrapreso la strada di imprenditore visionario che in fondo era sempre in me, pur inibita e nascosta. No mamma, ho già dimostrato che non siamo perdenti sul piano dell’imprenditoria e degli affari, come tu mi dicevi e ripetevi, né tu né io, e i miei primi successi li dedico e li devo - perché hai stimolato per contrapposizione la mia disperata voglia di farcela - a te, cara mamma.  

  Su una cosa poi ti ho dato sempre e ti do ancora ragione: le persone veramente sole sono quelle che vivono una vita agra senza stimoli intellettuali e ansia di conoscere e di sapere. Mi dicevi spesso che è necessario e vitale tenere in esercizio il cervello.  

  Tu mi dicevi delle ideologie, tra cui principalmente le religioni, che rovinano il mondo, perché inducono prima a credere che a pensare. La tua raccolta poetica è pressoché tutta densa di questo laico e limpido pensiero per il bene e il progresso della civiltà, una civiltà però destinata ad un inesorabile declino, come mi dicevi con il tuo cosmico pessimismo. Meno male che te ne sei andata via prima che iniziassero queste sciagurate guerre, perché penso che tu non avresti proprio sopportato (mémore degli orrori del secondo conflitto mondiale vissuti da bambina) la visione e l’ascolto di tali notizie, che ti avrebbero uccisa nell’animo, prima che l’escherichia coli, per quanto fossi certa di aver debellato, ritornasse.    

 Noi abbiamo ancora legittime aspirazioni e nobili ideali che non sono ideologie, mamma. Tendiamo all’infinito perché viviamo di limiti. E allora preferisco essere visionario e utopista. Ľideologia condiziona le azioni mentre ľutopia le ispira conferendo loro senso.  

 La dimensione utopica è tanto anti-ideologica quanto anticonformista, come lo eri tu. E per questo risulta molto pratica, contrariamente a quanto si dice. Infatti autorizza molte più azioni di quante ne autorizzi ľideologia e persino ľanarchia.  

 La mia Utopia ha ormai più di vent’anni e resta incompiuta, e lo sai bene mamma, si chiama Creatività, Condivisione, Conoscenza, le tre C di Centro Culturale Candide. Corrisponde a quella che, prima di me, urlarono Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Utopia spesso negata allo stesso tempo in cui viene proclamata ... ma che sostiene sempre gli animi più nobili e coraggiosi. Lo scrissi anche in La politica dell’impossibile di Candide 

 Tu che fosti partecipe di più serate ed entrée des artistes nel mio salotto, con il volto che finalmente ti si illuminava di gioia, dopo aver recitato qualche tua poesia tanto sorprendente quanto spiazzante, suscitando interminabili applausi, puoi capirmi, cara mamma.  

Quanto saresti ora radiosa di orgoglio e gioia se potessi leggere l’articolo che sul mio/nostro salotto ha scritto l’amico scrittore, e tuo editore, Angelo Gaccione per il quindicennale di Candìdehttps://libertariam.blogspot.com/2023/01/spigolature-diangelo-gaccione-giovanni.html! sulla prestigiosa rivista d’arte e cultura ODISSEA da lui diretta! Così come ti sentiresti lusingata da tutti gli apprezzamenti che i tuoi estimatori, letterati e poeti ma anche molta gente semplice che ti conobbe, leggendo la chat di WhatsApp per farti sempre presente qui tra noi. https://chat.whatsapp.com/LpwkTfj5Ybx3Uq2yVIrD2N. E mi rimprovereresti, come era tuo solito, per eccesso di zelo nel darti visibilità, perché non volevi mai troppo apparire.  

 Ora il Centro Culturale Candide non è più il luogo fisico di prima, avendo adibito la mia casa e il salotto a studio professionale per starti vicino negli ultimi anni, dopo quei clamorosi incidenti di salute da cui ti fosti sempre ripresa, fino a farmi pensare che tu fossi indistruttibile: lo rimarcai tre anni fa al raggiungimento di un’età speculare palindroma, che segnava la via dell’infinito: i tuoi 88 anni. 

 


 Ma tutto finisce, niente è eterno, tranne ciò che si può tramandare ai posteri tramite i nostri scritti, le nostre poesie, le nostre opere. 

Stai tranquilla ora mamma che io vado avanti con il tuo stesso spirito e la tua stessa determinazione, anche nella mia nuova dimensione di imprenditore in tarda età, a cui tu non credevi. Ma tu non credevi nemmeno in te stessa, mamma, mancando di ambizione e autostima per le tante afflizioni ricevute, per non aver avuto gli strumenti concettuali di economista, ma solo di umanista e letterata, che ti avrebbero permesso di metterti al riparo, per i tanti maltrattamenti ricevuti nella tua infanzia e adolescenza. 

Continuo io mamma a dare voce al tuo talento e alla tua sapienza, e ti rendo giustizia per farti conoscere pubblicamente dando voce a tutte le tue poesie ancora inedite.  

Milano, 31. 1.2023 

Tuo indòmito e amato figlio,
         Giovanni Bonomo





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