11/16/2020

Rinuncia alle cure mediche da parte dei “negazionisti”?

        

Quanto poi all’esortazione provocatoria di rinuncia alle cure mediche messa in circolo dai vari Parenzo, Lucarelli, Scanzi, e poi ripresa e condivisa con imbarazzante ignoranza dall’ala sinistroide filogovernativa, faccio le seguenti riflessioni, anche perché constatare l’ignoranza e osservare la nudità intellettuale della custode del condominio, se non del vicino di casa, del compagno di palestra, o della cassiera del supermercato è una cosa più o meno comprensibile e tollerabile, ma non lo è più, né comprensibile né tollerabile, se una tale scemenza viene recepita e poi proferita da un medico o da un collega avvocato.

In altre parole, secondo la logica rozza di questi maneggioni del mainstream, i presunti “negazionisti”, in caso di positività al Coronavirus, dovrebbero rinunciare spontaneamente alle cure mediche, così da non incidere sulla spesa pubblica. 

Bisogna però PENSARE, operazione difficile per i più in questo Paese di credenti, e partire da un primo dato di fatto: i negazionisti NON sono negazionisti, perché nessuno ha mai negato l’esistenza del virus, perché giammai si è messa in discussione l’esistenza del virus. 

Dunque, mancando il “negazionismo”, cade anche il presupposto punitivo dell’auto-rinuncia alle cure mediche in caso di contagio. Giusto? 

Ma supponiamo anche che i negazionisti siano effettivamente negazionisti, ovvero, refrattari all’idea che possa esserci un virus chiamato Sars-Cov-2 che provoca la malattia di Covid-19, e che questo comportamento possa determinare in qualche caso una paradossale situazione di ricovero causato dalla condotta irresponsabile del negazionista; ebbene, in nessun caso lo Stato italiano potrebbe o dovrebbe negare le cure mediche: il nostro ordinamento, invero, si fonda su princìpi di mutualismo e solidarietà, alla base del sistema sanitario nazionale. 

Basti pensare che fumare fa male, e i fumatori lo sanno. Dunque, applicando la logica punitiva “scanziana” degli “irresponsabili negazionisti”, via dagli ospedali tutti i malati di tumore (non solo ai polmoni) in dipendenza del fumo. Via anche tutti quelli ricoverati in cardiologia sempre a causa del fumo. 

L’alcol fa male, e i bevitori incalliti lo sanno. Anche qui, via dagli ospedali tutti i malati di cirrosi epatica e chiunque altro, in dipendenza dell’alcol, sia stato costretto a periodi di ricovero più o meno prolungati per curare le conseguenze nocive dell’alcol (es. incidenti stradali causati dallo stato di ebrezza). 

Via gli obesi. Via i malati di gonorrea, di herpes genitale, di AIDS. Via anche i bulimici e gli anoressici, i cardiopatici e i diabetici da McDonald e cibo spazzatura e i drogati di ogni sorta. 

Via anche i cacciatori rimasti feriti durante una battuta vietata di bracconaggio; via gli alpinisti spericolati che si inerpicano clandestinamente sulle alture ghiacciate; via i malati dell’ILVA e i rapinatori feriti da un’arma da fuoco. E via ancora i feriti su strada di cui è accertata la responsabilità dei sinistri. 

Insomma, un’immane ecatombe. 

Si tratta quindi di rispondere a questi analfabeti funzionali al regime e giornalisti da spettacolo, facendo valere i principi dello Stato di diritto e del buon senso. 

Le cure mediche non sono un atto premiale per chi rispetta le regole o un servizio garantito solo a chi non abbia colpa della sua malattia, perché nessuna malattia, a parte quelle genetiche, è senza colpa. Perché le malattie sono il risultato di scelte che in maggiore o minore misura incidono nella nostra salute, talvolta danneggiandola al punto da avere bisogno delle cure mediche del servizio sanitario nazionale. 

Confesso che anch’io, a volte, disprezzo chi si droga fino al punto da immaginarmi che costui andrebbe lasciato in overdose, senza prestargli soccorso, perché se lo merita, ma subito dopo la mia educazione liberale mi avverte che sto ragionando male, perché tutti hanno diritto al soccorso anche in dipendenza di un comportamento abnorme, così come anche il peggior criminale ha diritto ad avere una difesa in giudizio. 

Concludo ricordando la premessa: abbiamo ipotizzato che i negazionisti siano effettivamente negazionisti. Ma non lo sono. E abbiamo visto che persino in tale circostanza la tutela della salute delle persone non si basa e non può basarsi sul principio, concepito solo nel mondo degli analfabeti funzionali, delle cure premiali. 

Sembra che proprio i concetti elementari di diritto vengano vulnerati n questa fase storica di neo-liberismo totalitario della sinistra che sembra opporsi alla stessa società civile. 

Se quindi vengono prestate  le cure mediche, così come un equo processo, anche al rapinatore più bastardo che dopo aver violentato e ucciso svariate vittime sul suo cammino si becca di striscio una pallottola del fuoco nemico, figuriamoci se in questa pagliacciata del Covid-19 e delle mascherine debbano essere puniti proprio quelli che semplicemente ancora mostrano buon senso e che io chiamo cittadini di sana e forte Costituzione (art. 13, 16, 17, 21, 32, 41, 78, 117 lett.q). 

Milano, 16.11.2020                         Avv. Giovanni Bonomo