2/26/2024

La sovranità popolare non esiste senza sovranità nazionale. Assange libero subito!

          L’intera vicenda giudiziaria di Julian Assange costituisce una gravissima violazione dei basilari diritti umani che gli Stati di “democrazia occidentale” millantano di garantire ma che invece mostrano di calpestare con inaudita e non più tollerabile violenza. 

         E questo succede da quando la NATO, organizzazione obsoleta e inadeguata al presente, già a partire dalla dissoluzione dell’Urss e del Patto di Varsavia, non solo si è ampliata ma è stata protagonista attiva e criminale di quasi tutti i conflitti esplosi nel pianeta se si analizza la storia degli ultimi 30 anni. La politica guerrafondaia di tale organizzazione ha posto in condizioni di emergenza umanitaria e di dissoluzione statuale centinaia di milioni di persone. 

         Le elite occidentali, costituite da poche - ma finanziariamente potenti - migliaia di persone, si organizzano tramite gruppi come il Club Bilderberg, la Commissione Trilaterale, la Banca Mondiale Il Fondo Monetario Internazionale, Il World Economic Forum, e altri gruppi più o meno occulti o massonici, e controllano i governi  di tutto l’Occidente con il dichiarato scopo di aiutare le popolazioni degli Stati “democratici” ma mostrando da anni di fare solo i loro sporchi interessi. 

        Dobbiamo ormai entrare nell’ottica che ci muoviamo all’interno di una subdola, non dichiarata, terza guerra mondiale, in cui l’Inghilterra è la rappresentante europea più fidata dell’imperialismo occidentale a guida statunitense, che continua ad essere il nemico numero uno dei popoli di tutto il pianeta, un nemico potente ma non invincibile. 

        Basterebbe prendere coscienza su chi sono oggi i veri nemici contro cui lottare, i nemici della pace e delle libertà fondamentali, la NATO e l’Unione Europea. O abbiamo forse dimenticato come inizia la nostra Costituzione con “La sovranità appartiene al popolo” all’art. 1? La sovranità popolare non esiste senza sovranità nazionale, perché oggi tutti i partiti presenti in Parlamento, siano essi di centrodestra o di centrosinistra, sono schiavi di un moderno totalitarismo e iperliberismo consumistico solo fintamente “liberale”. Solo quanto l’Italia sarà uscita dalla NATO e dalla UE sarà possibile far rispettare l’articolo 1 della nostra Costituzione a gli altri analoghi princìpi dei moderni Stati di diritto. 

       Julian Assange ha rivelato notizie “segrete” solo per  l’imperialismo occidentale che vuole tenerci disinformati, pagando già con il carcere, per questo va ora subito liberato e non estradato. Per mettere le guerre fuori dalla storia in un’ottica realisticamente antimperialista non bastano slogan come “Fuori la Nato dall’Europa” mentre assistiamo al potenziamento felle basi militari in tutto il continente, ma occorre urlare a gran voce  “fuori la Nato dalla storia”. 

Milano, 22. 2.2024
          Avv. Giovanni Bonomo




2/16/2024

Ora o mai più. L’ultimo appello al governo britannico è anche l’ultima occasione di difendere la nostra libertà!

Se le guerre possono essere avviate dalle bugie, esse possono essere fermate dalla verità” Julian Assange 

Questa la frase citata nell’introduzione del film documentario Ithaka, proiettato ieri 15 febbraio al C.I.Q. di Milano sulla vicenda ancora in atto del giornalista e fondatore di WikiLeaks. 

Il film, documentata testimonianza del padre che caparbiamente combatte per la liberazione del figlio, è anche, al di là delle vicende personali, un accorato appello a tutti noi e alla nostra coscienza di cittadini responsabili nel difendere il diritto fondamentale di espressione del pensiero e di informazione.

Ad oggi Julian Assange, informatico, giornalista e attivista australiano, fondatore nel 2006 di Wikileaks, è perseguitato e privato della propria libertà: prima rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e poi negli ultimi tre anni recluso in una prigione inglese di massima sicurezza. Ora la sua estradizione verso gli USA sembra inevitabile, alla quale seguirà  la pena detentiva a vita, a meno che tutti noi prendiamo coscienza che la libertà di Assange è anche la libertà di tutti noi, che dobbiamo mobilitarci così come conoscenti, familiari e legali di Assange si sono mobilitati e non si sono mai arresi.

In questi giorni la lotta di Assange contro l’estradizione negli Stati Uniti sta raggiungendo una fase critica, con le udienze di appello che si terranno presso l’Alta Corte del Regno Unito il 20 e 21 febbraio p.v. e anche il sottoscritto fa parte, ancor prima della pubblicazione dell’articolo https://ilvelodimaya.eu/non-possiamo-ignorare-assange-e-il-dirittodisapere, dei tanti giornalisti, associazioni, media e testate indipendenti, scrittori e intellettuali che sostengono Julian Assange e WikiLeaks, in difesa delle libertà di espressione nell’interesse di tutti, come imperativo morale prima ancora che di diritto.

Ma nello scenario attuale con le due efferate e disumane guerre che si stanno combattendo, una nel cuore dell’Europa e l’altra in Medioriente, viene spontanea  una domanda: le democrazie occidentali difendono ancora il principio costituzionale di libertà di informazione come proprio pilastro fondamentale?

 

Perché non possiamo dirci oppositori della autocrazie, dei governi “autoritari”,  come li chiamiamo, se non sappiamo o non vogliamo difendere la libertà di informazione che in tale autocrazie viene violata. Perché non possiamo dirci oppositori delle dittature - ripeto - se non sappiamo o non vogliamo difendere il tratto più distintivo della nostra democrazia: la libertà di informazione.

 

Qualsiasi discussione sul conflitto, sulle responsabilità e sulle speranze di pace deve partire da tale riflessione. Se vogliamo condividere la semplicistica – ma teoricamente corretta - narrazione che ci presenta la guerra come uno scontro tra democrazie - l’Ucraina e i Paesi occidentali che la supportano -  e le  autocrazie  - la Russia e i suoi alleati - occorre ricordare che un pilastro delle democrazie moderne è costituito, storicamente, dalla libertà di stampa e di informazione.


Altrimenti le “democrazie di diritto occidentale”, come vorrebbero farsi chiamare e presentarsi al mondo, commetterebbero gli stessi errori – e li stanno commettendo non solo in questo caso di Assange ma anche in molte altri casi meno clamorosi - di azzerare e impedire il pensiero e l’accesso alle informazioni proprio come fanno le dittature. Ma questo vale anche per l’informazione distorta, manipolata e propagandata, invece che diffusa, a senso unico come avviene per la sanguinosa guerra tra USA e Russia a tutt’oggi combattuta  sul terreno della martoriata Ucraina e a discapito dell’intera Europa: https://libertariam.blogspot.com/2023/06/la-guerra-nel-cuore-delleuropa-di.html

 

Non si possono nascondere i crimini di guerra senza tradire gli stessi pilastri su cuoi si fonda uno Stato di diritto. Solo se difendiamo la libertà di informazione possiamo indignarci per la chiusura da parte delle autorità russe del periodico indipendente Novaja Gazeta diretto dal premio Nobel per la Pace Dmitrij Muratov, rivista in cui erano apparse le inchieste della giornalista Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca nel 2006 per il suo impegno a descrivere e denunciare, anche al mondo occidentale, gli odiosi crimini commessi durante la guerra in Cecenia.


La vicenda umana e giudiziaria di Julian Assange è un grave segnale di allarme di come sta degenerando la nostra tanto proclamata democrazia quando i governi sono il risultato di una politica intesa non al benessere dei cittadini e al bene pubblico, ma al potere personale e agli interessi privati dei politici, con spese destinate più agli armamenti che alla ricerca scientifica e alla sanità pubblica.

 

Wikileaks è ancora viva, nonostante le varie persecuzioni, grazie ad apposite tecnologie – prima fra tutte la crittografia – che protegge se stessa e le sue fonti, perché Assange è anche un esperto informatico, sosteniamola!

 

Essa è divenuta di interesse globale, giova ricordare, quando nel 2010 iniziò a pubblicare informazioni riservate riguardanti le operazioni militari statunitensi in Iraq e Afghanistan. Il 5 aprile del 2010 Assange e i suoi collaboratori pubblicano un video del pentagono Collateral Murder, divenuto subito virale, nel quale si vede una scena risalente al luglio del 2007: un elicottero americano Apache mentre stermina civili inermi a Bagdad.

 

 Nel saggio di Stefania Maurizi  “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks” si legge la storia di WikiLeaks e del suo fondatore. L’Autrice si batte da anni per la liberazione di Assange e per fargli avere giustizia, perché la sua libertà personale è anche la nostra libertà di informazione.


Altrimenti Democracy Dies in Darkness, la democrazia muore nell’oscurità, come recita il sottotitolo al The Whasington Post, riferendosi implicitamente oltre che al fumo delle bombe e al fuoco delle armi, a tutti quei segreti, a quelle menzogne, a quelle falsità che nascondono le atrocità commesse nelle guerre.

 

Viviamo in uno scenario globale con distruzioni compiute da uomini armati contro altri uomini anche disarmati che coinvolgono ormai la stessa esistenza del pianeta per la minaccia nucleare: la guerra diventa di per sé intollerabile e impone ormai rimedi immediati, con l’eliminazione di ogni violenza per la ricostruzione di ogni rapporto umano.

 

Non resta che tornare alla storia, al diritto e all’etica, i tre prodotti della nostra vicenda terrena, che attendono di essere ancora più difesi e propagandati, questi sì, per realizzare la giustizia nel mondo, come osserva Remo Danovi nell’articolo “Intorno al diritto di guerra e pace”, su La Previdenza Forense n. 3/2023 p. 39.

 

Come a Londra il 20 febbraio p.v si manifesterà davanti alla Royal Courts of Justice, nello stesso giorno a Milano manifesteremo in piazza del Liberty davanti al Consolato britannico. Ora o mai più.

 

Milano, 16. 2.2024

Avv. Giovanni Bonomo