La videoregistrazione dell'incontro è disponibile in https://www.partecipami.it/infodiscs/view/41094
La relatrice, prof.ssa
Simona Morini, docente di ruolo (teoria delle decisioni razionali e dei giochi)
presso l’Università IUAV di Venezia, è stata esauriente nello spiegarci, oltre all’origine
del termine – pensiamo a quante volte la fantascienza abbia anticipato la
realtà attuale! Jules Verne docet e,
nel nostro caso, Neal Stepehenson con il suo romanzo “Snowcrash” del 1992 – come i primi modelli di metaverso, ad iniziare
da Sendbox, abbiano tratto l’ispirazione dai videogame, ma che è importante ora distinguere, se vogliamo comprendere
appieno il significato e le potenzialità di questo importante approdo
tecnologico, tra ampliamento della realtà e falsificazione della realtà.
Solo la prima, la realtà
aumentata, ci consente di interagire e creare oltre a mondi virtuali (ve ne
sono attualmente 150) concrete possibilità di evoluzione della coscienza e di semplificazione
della nostra quotidianità, tramite le meravigliose applicazioni della A.I. e
della decentralizzazione, con eliminazione di ogni burocrazia figlia della
tradizionale centralizzazione dei servizi.
Ci ha poi illustrato i
più utilizzati metaversi: - Robolox, - Decentraland, - Spatial, - Meta
Education, Meta Horizon Worlds, ponendo l’accento sul terzo, che per
caratteristiche sarebbe ideale anche per uno spazio virtuale di Filosofia sui
Navigli. è importante comprendere
le infinite implicazioni che il metaverso ha in termini di creatività e
sostenibilità, al di là del mero business (già nel 2022 si è raggiunta la cifra
di 50 miliardi dollari negli USA come giro di affari).
Basti pensare a quanto
più agili saranno gli esperimenti di architettura e di design nel metaverso, con notevole semplificazione anche nei
rapporti con la P.A., senza contare le economie interne e i progetti di
finanziamento nei diversi mondi virtuali, ancor prima della loro auspicabile
interoperabilità.
Certamente, a livello filosofico,
il concetto di metaverso richiama il mondo delle idee di Platone e la domanda
fondamentale e attualmente irrisolta su che cosa sia la realtà. Viene in mente
anche la distinzione dei mondi di Karl Popper: il mondo 1: costituito dalle realtà fisiche, naturali o artificiali; il mondo 2 costituito
dai pensieri, psicologico e interiore; il
mondo 3 che nasce dall'elaborazione del secondo,
il mondo 4 costituito dalla religione, dalla filosofia e dalla morale. Ecco, il metaverso potrebbe essere il
mondo 4, che richiama pure la quarta rivoluzione industriale.
L’accenno
della relatrice al dilemma filosofico, ripreso dallo stoicismo, della possibilità e della speranza, intesa non solo come atteggiamento passivo di
rassegnazione, ha dato adito all’intervento di Roberto Maria Pittella sull’utopia
possibile (titolo di un suo saggio), apparante ossimoro che dissimula invece il
profondo concetto dell’impegno di ciascuno nel realizzare le aspirazioni
e gli ideali di progresso civile, come imporrebbe – aggiungo io - anche la
nostra carta costituzionale (art. 4 c. 2). Tale intervento ha dato adito, a sua
volta, all’intervento dello scrivente più discreto nella chat di Zoom, subito
condiviso dal prof. Pittella, su Ideologia e Utopia, dovendosi preferire la
seconda: l’ideologia condiziona le azioni mentre ľutopia le ispira conferendo
loro senso. La dimensione utopica è tanto anti-ideologica quanto
anticonformista, e per questo risulta molto pratica, contrariamente a quanto si
dice. Infatti autorizza molte più azioni di quante ne autorizzi ľideologia e
persino ľanarchia.
Apro una
parentesi. La mia Utopia, o politica dell’impossibile, ha ormai 20 anni e resta incompiuta, si chiama Creatività,
Condivisione, Conoscenza, le tre C di Centro Culturale Candide. Corrisponde a
quella che, prima di me, urlarono Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Utopia
negata allo stesso tempo in cui viene proclamata ... ma che sostiene sempre gli
animi più nobili e coraggiosi. Chiusa parentesi.
È
intervenuto anche Roberto Mombelli con un’importante precisazione a proposito
di etica della A.I., alla base dell’attuale tecnologia che consente il
metaverso. Sono cinque i principi su cui
si regge l’Intelligenza Artificiale (come del resto spiegato anche dal MISE nel
rapporto Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificale 2019): 1. Principio
di beneficenza; o almeno 2. Principio di non maleficenza; 3. Principio di
autonomia, 4. Principio di giustizia, 5. Principio di esplicabilità.
Certamente
dipenderà da chi e da come il metaverso verrà usato, perché la tecnolgia è
neutra. Ci sarà sempre chi dirà, come già disse Karl Popper a proposito della televisione,
“metaverso cattivo maestro”, perché già nella chat di Zoom è stato posto il
dubbio dell’eccessivo attaccamento ai social, richiamando la sindrome di
Hikikomori, quella dei ragazzi che, non solo in Giappone, si chiudono in camera
e rifiutano ogni contatto con la realtà esterna. Ma qui vorrei richiamare
quanto detto dalla relatrice sulla distinzione tra ampliamento (virtuoso) della
realtà e falsificazione (dannosa) della stessa, che causa dipendenza.
Vorrei
concludere questo mio resoconto - senza velleità di accuratezza pressoché
impossibile se non si vuole tediare il lettore - su questo incontro di
Filosofia sui Navigli, sottolineando l’importanza del metaverso per una
prossima e rivoluzionaria società autonoma decentralizzata (dalle DAO alla DAS),
che ci permette di essere cittadini attivi, partecipi e globali.
Si
tratta di una svolta post-digitale che può condurre a forme di democrazia
diretta, con la partecipazione cioè dei cittadini al processo
decisionale del governo senza intermediari. Il metaverso rappresenta la tappa
finale della digitalizzazione, trasformando la nostra società e la nostra
economia, dove i dati e la crittografia saranno gli indicatori di fiducia, di
identità e trasparenza. Del resto le tecniche crittografiche hanno già aperto la
strada alle criptovalute e poi agli smart
contracts, consentendoci con la DLT tecnologia di registro distribuito
(meglio nota come blockchain) di
eseguire trasferimenti di valore in totale sicurezza.
In La finanza
decentralizzata e la tokenizzazione dell’economia spiego che cosa sono
gli NFT e come esserne anche creatori in una creator economy appunto decentralizzata, in cui saremo cittadini globali
con un’etica cosmopolita di un mondo interconnesso, dove ognuno di noi potrà
ritrovare i propri amici nel metaverso, andare a teatro, prendere un aperitivo,
iniziare attività e sviluppare nuove interessi per il progresso civile della
società.
Il
metaverso permetterà inoltre di ridurre l’impatto che le attività umane hanno
sull’ambiente, dato che si parla tanto di cambiamento climatico e
surriscaldamento globale. Pensiamo infatti alla facilità con cui raggiungeremo
i nostri amici senza utilizzare l’auto, oppure visiteremo una città estera
senza prendere l’aereo. Ma anche come contenitore di dati immagazzinati su cloud digitali, il metaverso ci affranca
dai data center fisici contribuendo vieppiù
al rispetto dell’ambiente.
Si
tratta della sostenibilità sociale del metaverso, vale a dire della possibilità
di creare valore economico senza inquinare, dando importanza alle nostre
esistenze, come individui e come consumatori, e alle generazioni future.
Quale
meravigliosa occasione per essere un laboratorio globale in cui più teste
pensanti potranno ritrovarsi insieme, senza limiti fisici, per sviluppare
soluzioni efficaci per progredire in ogni campo scientifico!
Questa
trasformazione epocale implica straordinarie opportunità. Proprio perché la
rivoluzione digitale è iniziata da poco abbiamo la possibilità, all’alba del
terzo millennio, di modellarla in senso positivo, a vantaggio
dell’umanità e del pianeta. Ma a condizione di comprendere bene di che cosa
stiamo parlando, sperando che ci siano altre occasioni di riflessione dopo questo istruttivo e importante incontro.
Milano, 30. 1.2023
Avv. Giovanni Bonomo
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