1/30/2023

Il metaverso. Incontro di Filosofia sui Navigli del 29. 1.2023

La videoregistrazione dell'incontro è disponibile in https://www.partecipami.it/infodiscs/view/41094

La relatrice, prof.ssa Simona Morini, docente di ruolo (teoria delle decisioni razionali e dei giochi) presso l’Università IUAV di Venezia, è stata esauriente nello spiegarci, oltre all’origine del termine – pensiamo a quante volte la fantascienza abbia anticipato la realtà attuale! Jules Verne docet e, nel nostro caso, Neal Stepehenson con il suo romanzo “Snowcrash” del 1992 –  come i primi modelli di metaverso, ad iniziare da Sendbox, abbiano tratto l’ispirazione dai videogame, ma che è importante ora distinguere, se vogliamo comprendere appieno il significato e le potenzialità di questo importante approdo tecnologico, tra ampliamento della realtà e falsificazione della realtà.

Solo la prima, la realtà aumentata, ci consente di interagire e creare oltre a mondi virtuali (ve ne sono attualmente 150) concrete possibilità di evoluzione della coscienza e di semplificazione della nostra quotidianità, tramite le meravigliose applicazioni della A.I. e della decentralizzazione, con eliminazione di ogni burocrazia figlia della tradizionale centralizzazione dei servizi. 

Ci ha poi illustrato i più utilizzati metaversi: - Robolox, - Decentraland, - Spatial, - Meta Education, Meta Horizon Worlds, ponendo l’accento sul terzo, che per caratteristiche sarebbe ideale anche per uno spazio virtuale di Filosofia sui Navigli. è importante comprendere le infinite implicazioni che il metaverso ha in termini di creatività e sostenibilità, al di là del mero business (già nel 2022 si è raggiunta la cifra di 50 miliardi dollari negli USA come giro di affari).

Basti pensare a quanto più agili saranno gli esperimenti di architettura e di design nel metaverso, con notevole semplificazione anche nei rapporti con la P.A., senza contare le economie interne e i progetti di finanziamento nei diversi mondi virtuali, ancor prima della loro auspicabile interoperabilità.

Certamente, a livello filosofico, il concetto di metaverso richiama il mondo delle idee di Platone e la domanda fondamentale e attualmente irrisolta su che cosa sia la realtà. Viene in mente anche la distinzione dei mondi di Karl Popper: il mondo 1: costituito dalle realtà fisiche, naturali o artificiali; il mondo 2 costituito dai pensieri, psicologico e  interiore; il mondo 3 che  nasce dall'elaborazione del secondo, il mondo 4 costituito dalla religione, dalla filosofia e dalla  morale. Ecco, il metaverso potrebbe essere il mondo 4, che richiama pure la quarta rivoluzione industriale.

L’accenno della relatrice al dilemma filosofico, ripreso dallo stoicismo, della possibilità e della speranza, intesa non solo come atteggiamento passivo di rassegnazione, ha dato adito all’intervento di Roberto Maria Pittella sull’utopia possibile (titolo di un suo saggio), apparante ossimoro che dissimula invece il profondo concetto dell’impegno di ciascuno nel realizzare le aspirazioni e gli ideali di progresso civile, come imporrebbe – aggiungo io - anche la nostra carta costituzionale (art. 4 c. 2). Tale intervento ha dato adito, a sua volta, all’intervento dello scrivente più discreto nella chat di Zoom, subito condiviso dal prof. Pittella, su Ideologia e Utopia, dovendosi preferire la seconda: l’ideologia condiziona le azioni mentre ľutopia le ispira conferendo loro senso. La dimensione utopica è tanto anti-ideologica quanto anticonformista, e per questo risulta molto pratica, contrariamente a quanto si dice. Infatti autorizza molte più azioni di quante ne autorizzi ľideologia e persino ľanarchia.

Apro una parentesi. La mia Utopia, o politica dell’impossibile, ha ormai 20 anni e resta incompiuta, si chiama Creatività, Condivisione, Conoscenza, le tre C di Centro Culturale Candide. Corrisponde a quella che, prima di me, urlarono Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Utopia negata allo stesso tempo in cui viene proclamata ... ma che sostiene sempre gli animi più nobili e coraggiosi. Chiusa parentesi.

È intervenuto anche Roberto Mombelli con un’importante precisazione a proposito di etica della A.I., alla base dell’attuale tecnologia che consente il metaverso. Sono cinque i principi su cui si regge l’Intelligenza Artificiale (come del resto spiegato anche dal MISE nel rapporto Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificale 2019): 1. Principio di beneficenza; o almeno 2. Principio di non maleficenza; 3. Principio di autonomia, 4. Principio di giustizia, 5. Principio di esplicabilità.

Certamente dipenderà da chi e da come il metaverso verrà usato, perché la tecnolgia è neutra. Ci sarà sempre chi dirà, come già disse Karl Popper a proposito della televisione, “metaverso cattivo maestro”, perché già nella chat di Zoom è stato posto il dubbio dell’eccessivo attaccamento ai social, richiamando la sindrome di Hikikomori, quella dei ragazzi che, non solo in Giappone, si chiudono in camera e rifiutano ogni contatto con la realtà esterna. Ma qui vorrei richiamare quanto detto dalla relatrice sulla distinzione tra ampliamento (virtuoso) della realtà e falsificazione (dannosa) della stessa, che causa dipendenza.

Vorrei concludere questo mio resoconto - senza velleità di accuratezza pressoché impossibile se non si vuole tediare il lettore - su questo incontro di Filosofia sui Navigli, sottolineando l’importanza del metaverso per una prossima e rivoluzionaria società autonoma decentralizzata (dalle DAO alla DAS), che ci permette di essere cittadini attivi, partecipi e globali.

Si tratta di una svolta post-digitale che può condurre a forme di democrazia diretta, con la partecipazione cioè dei cittadini al processo decisionale del governo senza intermediari. Il metaverso rappresenta la tappa finale della digitalizzazione, trasformando la nostra società e la nostra economia, dove i dati e la crittografia saranno gli indicatori di fiducia, di identità e trasparenza. Del resto le tecniche crittografiche hanno già aperto la strada alle criptovalute e poi agli smart contracts, consentendoci con la DLT tecnologia di registro distribuito (meglio nota come blockchain) di eseguire trasferimenti di valore in totale sicurezza.

In La finanza decentralizzata e la tokenizzazione dell’economia  spiego che cosa sono gli NFT e come esserne anche creatori in una creator economy appunto decentralizzata, in cui saremo cittadini globali con un’etica cosmopolita di un mondo interconnesso, dove ognuno di noi potrà ritrovare i propri amici nel metaverso, andare a teatro, prendere un aperitivo, iniziare attività e sviluppare nuove interessi per il progresso civile della società.

Il metaverso permetterà inoltre di ridurre l’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente, dato che si parla tanto di cambiamento climatico e surriscaldamento globale. Pensiamo infatti alla facilità con cui raggiungeremo i nostri amici senza utilizzare l’auto, oppure visiteremo una città estera senza prendere l’aereo. Ma anche come contenitore di dati immagazzinati su cloud digitali, il metaverso ci affranca dai data center fisici contribuendo vieppiù al rispetto dell’ambiente.

Si tratta della sostenibilità sociale del metaverso, vale a dire della possibilità di creare valore economico senza inquinare, dando importanza alle nostre esistenze, come individui e come consumatori, e alle generazioni future.

Quale meravigliosa occasione per essere un laboratorio globale in cui più teste pensanti potranno ritrovarsi insieme, senza limiti fisici, per sviluppare soluzioni efficaci per progredire in ogni campo scientifico!

Questa trasformazione epocale implica straordinarie opportunità. Proprio perché la rivoluzione digitale è iniziata da poco abbiamo la possibilità, all’alba del terzo  millennio,  di modellarla in senso positivo, a vantaggio dell’umanità e del pianeta. Ma a condizione di comprendere bene di che cosa stiamo parlando, sperando che ci siano altre occasioni di riflessione dopo questo istruttivo e importante incontro.

Milano, 30. 1.2023
Avv. Giovanni Bonomo




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