10/01/2023

L’era dell’invidia social(e)

         Stavo discutendo con il mio socio qui a Dubai sull’invidia sociale che c’è in Italia, sulla quale anche Briatore si è espresso in più di un’intervista. Ormai i  social network accompagnano le nostre giornate e, dalla mattina alla sera, la nostra vita è scandita da notifiche di foto e video che mostrano piccole parti della vita di altri. Essendo io social da quando praticamente esiste Facebook, dell’invidia non mi sono mai occupato non dico dal punto di vista sociologico (l’argomento richiederebbe un trattato magari dal titolo “fenomenologia dell’invidia”) ma nemmeno sotto il profilo mentale di rendermene conto, continuando per svariati anni la mia attività, collaterale alla professione di avvocato, di promotore culturale e blogger, di organizzatore di eventi e presentazioni di scrittori e artisti nel mio salotto Centro Culturale Candide, aperto alla frequentazione di tutti, come di fatto avveniva spesso da parte di numerosi non invitati.  

Per me la condivisione era ed è l’essenza del progresso civile, dell’avanzamento scientifico e culturale, al quale l’unione di più intelligenze può portare ancor più velocemente - nella nostra era tecnologica e di “cosmocronia”, come direbbe Paolo Gila (mi sia infatti consentito citare il suo pregevole saggio da poco uscito) -  che il contributo personale di singoli pensatori o scienziati (i grandi geni del passato forse non nasceranno più), delle loro formidabili intuizioni che si traducevano poi in rivoluzionarie scoperte, spesso anticipate da filosofi e pure da romanzieri visionari come Jules Verne. 

Il fatto poi che la condivisione sia divenuta da comportamentale a strutturale, con la nascita della tecnologia di registro distribuito e della Blockchain, mi ha confermato che il principio e l’etica di “condividere per progredire” siano alla base di qualcosa che ancora ci sfugge dell’essenza stessa dell’intero universo: pensiamo anche all’affasciante e ancora inesplorato fenomeno dell’Entanglement, che rimanda necessariamente, per potersi almeno logicamente spiegare, ad un sistema a matrice strutturato  a nodi e blocchi a catena. D’altra parte la conferma che il contributo di più intelligenze sia virtuoso era già, in campo informatico, nel fenomeno dell’Open Source e in tutte le sue successive virtuose applicazioni. 

Tornando all’invidia e al significato di queste mie brevi note, stavo riflettendo sul fatto che ciò che provoca il sentimento negativo dell’invidia non è tanto il tuo denaro e ciò che possiedi, il fatto che giri con la Bentley in Dubai o che sei alloggiato nella panoramica [[censurato dal mio socio per ragioni di privacy]] in Business Bay, anche perché l’invidioso potrebbe già avere tutto questo e ancora di più. Ciò che causa l’invidia è piuttosto la tua essenza, il tuo modo di essere, la tua energia, ciò che sai fare bene e lui no, il tuo stile nell’agire e nello scrivere, il tuo coraggio nell’affrontare argomenti scomodi, la tua classe, i tuoi talenti, la tua aurea, il tuo amore filiale verso i genitori (come li hai onorati e celebrati in vita e dopo), le tue relazioni e le tue nuove conoscenze che lui non può avere.

Anche il modo in cui tu gestisci i tuoi valori (magari di destra saldamente ancorati su princìpi di sinistra) nella vita, la tua estrema trasparenza anche sui social perché non ha niente da nascondere, può provocare l’invidia, il tuo essere spiritualmente sano senza credere, le cose che ti fanno risplendere come persona, come smart working lawyer e ora anche come imprenditore digitale internazionalmente orientato, e che nessuno potrà mai spegnere né offuscare con maldicenze o subdole diffamazioni in cui l’invidia spesso si manifesta. 

Ciò che è veramente insopportabile dall’invidioso e che gli farà rodere il fegato fino alla morte sono queste tue cose anche intime e personali, la tua essenza dicevo, quella luce che proviene dal tuo essere e che lui non potrà mai copiare né imitare. 

Dubai, 1.10.2023
         Giovanni F
F Bonomo




3 commenti:

  1. Condivido, ritengo bensì che il cardine dell'invidia, sia la vigliaccheria, o meglio l'incapacità di responsabilizzarsi, quindi di accettare i propri fallimenti, senza dare colpe al di fuori L'invidia cresce su questo terreno, purtroppo da Caino in poi, quindi facilmente daillenni fa radici nell'animo umano.

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  2. Mi è piaciuto, ma eccome.
    Mi chiedo se l'invidia è un sentimento innato e forse insano.

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  3. Voi di haters ne avete a iosa... tu e il tuo socio intendo...

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