3/18/2022

LA STORIA NON CI INSEGNA NIENTE? Note a margine dell’attuale tragedia umanitaria.

Mentre la rivista ODISSEA urla al pacifismo vero, radicale, autentico, per voce di vari intellettuali e sulla scia delle battaglie per il disarmo condotte dal più volte commemorato Carlo Cassola, l’amministrazione USA sceglie di armare pesantemente la difesa ucraina. Così Biden evita di inviare uomini sul campo ma partecipa attivamente, pur se indirettamente, al conflitto. 

Ebbene sì, dopo aver acclamato come un eroe il presidente Volodymyr Zelensky e aver definito Putin prima – in tempi non sospetti – “killer” e ora - dopo il bombardamento della scuola di Mariupol - , “criminale di guerra”,  Joe Biden e il Congresso americano decidono di incrementare, quantitativamente e qualitativamente, le forniture di materiale bellico destinato a Kiev. Altri 800 milioni di dollari per finanziare la difesa ucraina!  

In questa era di possesso di armi nucleari “le azioni della Russia rappresentano una minaccia per tutto il mondo; ecco perché occorrono misure aggiuntive per ripristinare il rispetto del diritto internazionale sostiene l’avv. Anna Ogrenchukpresidente dell’UBA (Ukrainian Bar Association). Come non darle ragione! Molti altri avvocati e anche magistrati dello Stato invaso dalle truppe russe e martirizzato dall’aviazione di Mosca chiedono intanto un Tribunale speciale, sull’esperienza di Norimberga, da insediare a Kharkiv, la città che ha subito terribili devastazioni. La Corte penale internazionale, organo giurisdizionale indipendente e permanente, è al lavoro dal primo giorno di guerra.   

La storia ci insegna qualcosa? A questa domanda risponde scoraggiato Angelo Gaccione su ODISSEA: LA STORIA NON INSEGNA NULLA! Eppure noi vogliamo restare ottimisti e confidare nel prevalere della ragione, sulla scia di Candide e del neoilluminismo di cui mi faccio da sempre promotore con incontri, presentazione di autori, scritti. Se studiassimo veramente la storia troveremmo la ripetizione identica della stessa logica espansionistica e guerrafondaia, che dovrebbe insegnarci a non ripeterla… almeno all’alba del terzo millennio di “evoluzione” (?) dell’umanità.  

Nell’ambito della guerra del Peloponneso (che oppone Atene e Sparta come città egemoni in un gioco di alleanze che investe tutto il mondo greco), nel 416 a.C. gli ateniesi pongono un ultimatum agli abitanti dell’isola di Melo, nelle Cicladi: assoggettarsi al loro dominio o perire. Il rifiuto dei melii dà luogo a una punizione esemplare, uno degli episodi più tragici della guerra: la distruzione della città, l’uccisione di tutti gli uomini e la deportazione come schiavi di donne e bambini. Lo storico Tucidide presenta come antefatto il dialogo che gli ateniesi e gli ambasciatori dei melii avrebbero avuto per discutere un accordo. Nel passo che qui riporto, tratto da Internet (scaricate il .pdf: http://www0.mi.infn.it/~palombo/Dialogo-dei-Melii.pdf), la difesa dei melii del loro diritto alla neutralità si fonda su criteri di giustizia condivisa, che comprendono il riconoscimento reciproco di autonomia tra le pòleis; gli ateniesi oppongono invece ragioni strategiche, ma soprattutto negano il valore di qualunque regola o patto che non tenga conto della disparità di forze. Nella narrazione di Tucidide, l’episodio segnala il prevalere di una logica di guerra nei rapporti tra greci: l’affermazione del diritto del più forte su qualunque criterio di giustizia, equità, accordo. La storia non dovrebbe insegnarci qualcosa?  

Milano, 18. 3.2022                         avv. Giovanni Bonomo – Candide C.C.




1 commento:

  1. Biden sta armando (piazzando le proprie armi) gli USA in Ucraina.

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