8/14/2024

Riflessioni ferragostane di un megalomane visionario

           A volte mi chiedo come sarebbe stata diversa la mia vita se non avessi avuto gli agi, che da infante e nemmeno da adolescente riconoscevo, che ho avuto e che invece non hanno avuto molti self made men nati poveri e che dovettero superare mille difficoltà. E questo avveniva, se penso a miliardari miei coetanei o quasi, mentre io mi crogiolavo nel vittimismo per due genitori che tutti mi dicevano che ero fortunato di avere, mentre io restavo il solo a non essere d’accordo.  

Dal momento che non siamo noi a sceglierci i genitori ma nemmeno abbiamo compreso i meccanismi che presiedono alla nascita e alla vita (si parla infatti del “mistero della vita”) e non sappiamo perché proprio noi ci troviamo in questo mondo, non penso di dirvi ora niente di nuovo, se non fosse che a partire da una certa età ci si rende conto di quante occasioni e treni da prendere al volo ci si erano presentati per poter diventare magnati o miliardari o comunque persone benestanti se non molto ricche.  

Ma credo che i miei genitori abbiano alcuna colpa delle mie depressioni infantili e adolescenziali, perché anche se non mi aprirono gli occhi sul mondo e sulle cose che contano per emergere - nonostante i loro ripetuti racconti di come erano partiti da zero, dopo esseri incontrati all’Aprica e poi sposati, con un conto in banca in rosso e i soliti prestiti, solo per farmi sentire un irriconoscente privilegiato e deprimermi ancor più -  ciò che mi è veramente mancato sono le afflizioni vere e gravi di chi nacque invece in assoluta povertà. Se avessi avuto anch’io tali vicissitudini non avrei certamente trovato il tempo per autocompatirmi in sterili vittimismi e avrei trovato quella forza di rivalsa che nasce a volte solo dalla disperazione.    

Non vi aspettate che vi parli di Elon Musk o Jeff Bezos, sarebbe troppo scontato. Mi viene invece in mente, per fare un esempio altrettanto eclatante, l’imprenditore Roman Abramovich, nato in una famiglia poverissima della Russia meridionale e rimasto orfano a due anni. Dopo aver avviato una piccola azienda produttrice di giocattoli e riuscendo con i proventi a finanziare a finanziare un'impresa petrolifera che poi vendette a Gazprom, nel 2005, per 12 miliardi di dollari, ora è un magnate miliardario, con lo yacht più grande del mondo, e patron del Chelsea. Secondo Forbes, il suo patrimonio arriva a 11,6 miliardi di dollari. La sua storia di successo è riassunta in questo video: https://youtu.be/xRlEjrgoHQM .

 Ma passando dall’imprenditoria allo spettacolo e pensando a un altro mio coetaneo mi viene in mente Jean-Claude Camille François Van Varenberg, in arte Van Damme e non tutti sanno che cosa dovette passare, quale pugile vero (non per finzione come Silvester Stallone, altro esempio mitico di self made made) per raggiungere tali livelli di popolarità e diventare l'idolo di milioni di persone. La sua difficile e rocambolesca vita è riassunta in questo video https://youtu.be/EYnrnGa4sAI .  

Ora sembrerebbe inutile che cerchi di rifarmi un futuro che è già in essere, come molti direbbero data la mia età, ma almeno ho capito, dopo alcuni errori e investimenti sbagliati, che le grandi imprese e le visioni più ambiziose si fanno circondandosi di persone abili e competenti: siamo in un’era digitale di rivoluzione tecnologica, i cui protagonisti sono quelli della generazione Z, almeno, se non Alpha. Ma proprio perché non ho dietro di me un percorso di già realizzato successo non ho nemmeno un trascorso travagliato di più mogli, divorzi e figli più o meno abbandonati o ingrati, e ciò mi ha permesso di dedicarmi alla cura e all’assistenza dell’anziana madre e di confrontarmi con lei, negli ultimi suoi anni di vita, su temi culturali e ad amare la lettura di buoni libri.  

Dopo aver tirato fuori la compianta madre, esimia sul piano letterario e umanistico, da una gigantesca truffa di cui lei divenne consapevole quando era ancora in vita permettendomi di salvare buona parte del patrimonio familiare, mi trovo ora da solo a gestire gli strascichi di maldicenze e invidie che mi sono trascinato  dietro quale promotore culturale e libero pensatore (un classico, nella storia dell’uomo). Ma devo anche dire che ho conosciuto ragazzi meravigliosi, ambiziosi e visionari, sul piano della tecnologia, che condividono i miei sogni e progetti, e che hanno molti più anni di me da vivere: se non riuscirò a realizzare da vivo i miei ambiziosi progetti che sto ora con loro sviluppando lo faranno poi certamente loro.  

Rimuginare sul passato e avere sensi di colpa non serve a niente, come mi diceva e ripeteva la compianta Lorenza Franco (“count your blessings!”, di cui non mi rendevo conto), e a liberamene – dei sensi di colpa – non sono servite  nemmeno le celebrazioni e le pubblicazioni i memoria dell’illustre padre giurista Aldo Bonomo, che avrei dovuto pedissequamente seguire senza criticare il modo di organizzare e gestire lo studio legale.  

Ora sono individuo pensante totalmente disancorato dal mio passato e da chi mi ha messo al mondo, che comunque ringrazio per lo sforzo. Sto coltivando progetti e investimenti che sarebbero da “megalomane”, ma il mondo va così: il mio spirito di rivalsa nasce in ritardo e non provocato da situazioni di povertà economica, bensì da quelle serie di dispiaceri e afflizioni diverse e ritardate più uniche che rare. In fondo, se tutto non andasse come previsto, so anche prendermi in giro: rileggete il titolo.   

 Milano, 14. 8.2024

Avv. Giovanni Bonomo

 https://ilvelodimaya.eu/la-mia-vita-digitale-per-condividere-il-sapere/