5/08/2020

Trascrizione dell’intervento al convegno “Pandemia e infodemia: come tutelare la salute difendendosi dalle fake news”


Mi sono chiesto, dopo aver ascoltato i precedenti interventi, se avessimo soddisfatto le legittime aspettative di chi pensava, proprio per il titolo dato al convegno, di ottenere qualche indicazione, se non informazione, su quali fossero le fake news e quali le vere notizie in questo sovraccarico di informazioni nel tragico periodo che stiamo vivendo.

Perché qui si tratta, più che di teorizzare e definire la “fake news” in astratto, di dare un qualche orientamento in concreto che aiuti la cittadinanza a comprendere e distinguere le false notizie da quelle autentiche, facendo leva, come ha appena detto il prof. Razzante, sulle capacità di discernimento e sullo spirito critico di ognuno di noi.

Egli precisa che la “Task-force anti fake news” che è stato chiamato a presiedere non ha alcuna autorità di “Ministero della verità” dovendo essere considerata piuttosto come un comitato che aiuta la cittadinanza a non farsi ingannare dalle false notizie in questo clima di “infodemia” che tutti noi quotidianamente constatiamo.  

Non è dubbio che l’isteria collettiva generata da Covid-19 in Italia sia un fenomeno di proporzioni spaventose e con effetti imprevedibili, ma è certo che le campagne mediatiche di allarmismo serviranno a giustificare la corsa futura all’acquisto di milioni di dosi di vaccino, a pandemia conclusa, che farà la fortuna delle multinazionali farmaceutiche.

Il collega e consigliere comunale avv. Berni mi ha invitato ad essere relatore in questo convegno perché ha letto un mio articolo, ripreso dalla rivista BresciaToday, dal titolo “Bufalee fake news: le 10 regole per riconoscerle”, in cui ricordo il decalogo offertoci da Facebook. Certamente, in questa situazione infodemica, queste regole dettate dal buon senso non bastano.

In tale articolo sottolieno di avere sottoscritto e diffuso, invitando a fare altrettanto, l’appello del giornalista Massimo Mazzucco in difesa dell’informazione libera e indipendente contro le fake news dell’informazione non libera e dipendente dalle holding e multinazionali farmaceutiche.

Le faccine sbalordite o sorridenti che poi ho visto a commento dei miei post sulle origini della pandemia dimostrano la presuntuosa ignoranza di chi si rifiuta di ascoltare e approfondire, di chi parla di complottismo pure in assenza di complotto, se qualcosa si discosta dalle notizie che sente guardando la televisione sua unica fonte di informazione. E’ l’ignoranza del disimpegno, del rifiuto di riflettere e ragionare il primo virus da combattere, non tanto la “infodemia”… ben venga anzi un sovraccarico di informazioni, da vagliare con senso critico, piuttosto che una penuria di informazioni o, peggio, un’informazione a senso unico che si impone e prevale per mancanza di senso critico di una cittadinanza impaurita.

Ci viene il sospetto a che una task force governativa che stabilisca che cosa è vero e che cosa è falso, nonostante tutte le buone intenzioni del prof. Razzante, sia strumentale ad una sola verità da imporre, magari per coprire una bolla sanitario-finanziaria di proporzioni mondiali. E questo mentre fioccano le azioni di denuncia, tra le quali anche quella del nostro avv. Berni, e di class action contro i provvedimenti e i decreti al punto da rendere il nostro Presidente del Consiglio la persona più denunciata della storia d’Italia.  

Abbiamo sopportato e continuiamo a sopportare le misure restrittive della libertà personale, peraltro di alquanto dubbia costituzionalità, che ci obbligano a restare a casa, per ragioni di salute pubblica. Ora la paura del contagio, prima ancora che delle sanzioni, potrebbe farci accettare ulteriori misure e forme di profilazione invasive della privacy. Non è dubbio che la salute pubblica è più importante di qualsiasi privatezza. Lo stesso GDPR General Data Protection Regulation prevede linee guida all’uso di informazioni per ragioni di salute pubblica. L’importante è però che misure sancite e applicate in condizioni di pandemie straordinarie non diventino poi normali una volta superata l’emergenza.

Voglio dire che di fronte a questi pericoli e minacce per i valori di democrazia condivisa così faticosamente conquistati dai nostri padri costituenti, è gravissimo che molti se ne freghino, che molti anziché "guardare la luna " se la prendano con "il dito" che la indica, e ridano di chi denuncia luoghi comuni, le fake news dei “professionisti dell’informazione”, le stragi di Stato, i complotti veri, come se fossero fantasia di chi li descrive, come se chi denuncia avesse egli stesso colpa delle false informazioni che sta denunciando.

Gli anticorpi che mancano, allora, non sono quelli contro il Coronavirus, bensì quelli di libertà autentica di pensiero e di informazione, unici strumenti cognitivi per essere uno stato laico, moderno e aperto. E questo nonostante il lascito di illustri pensatori come Mazzini, Cattaneo – bene ha fatto l’avv. Berni a rievocarne la memoria nel precedente convegno - Gioberti. Ci renderemmo conto che si tratta di un problema di salute immunitaria già compromessa più che di un problema virale: noi da sempre conviviamo con i virus, siamo fatti di miriadi di virus e batteri. Ma ora ci bombardano con dati di mortalità, che sono presenti ogni anno e pure maggiori per altre malattie, gonfiati per quest’anno 2020 attribuendole a Covid-19

E tutto ciò per imporci un finto vaccino, perché un vero vaccino non esiste, come è già successo per l’HIV, virus di per sé innocuo in assenza di patologie. Subiamo per questo una dittatura farmaceutico-sanitaria, figlia del neoliberismo, già programmata per non affrontare il problema fondamentale, la difesa del sistema immunitario con la prevenzione.   

Ma noi cittadini di sana e forte Costituzione non cederemo a questo ricatto, perché della Costituzione conosciamo appunto, oltre all’art. 21, l’art. 16 sulla libertà di circolare, l’art. 32 sulla riserva di legge per i trattamenti sanitari, l’art. 78 sullo stato di guerra che consente al governo provvedimenti straordinari, che non è lo “stato di emergenza”, e perfino conosciamo l’art. 117 lett. q), sulla riserva di legge statale in ordine alla profilassi internazionale.

Ora, al di là delle “sbalorditive coincidenze” che si trovano nella storia di questo virus SARS-COV-2, e della relativa infezione Covid-19, nei precedenti esperimenti in laboratori di bioingegneria, come il laboratorio proprio di Wuhan, epicentro della epidemia, con coronavirus ad effetti identici a quelli dell’attuale e artificialmente creati (mi riferisco al servizio della trasmissione “Leonardo” di RAI3 nel 2015), sta di fatto che questa  pandemia mondiale dichiarata tale all’OMS in data 11 marzo 2020, corrisponde in pieno a quanto pronosticato, se non progettato (come dicono i c.d. complottisti), dal programma ID 2020 per immunizzare la popolazione mondiale con la biometria digitale.

ID2020 Alliance (https://id2020.org) è un programma di identità digitale pensato per ogni essere umano sul pianeta. Si tratta di inserire microchip sottocutanei allo scopo di contenere le informazioni personali del cittadino, trasmesse anche da remoto in un archivio di consultazione al livello mondiale. E’ ovvio che torna in auge tale progetto in questi giorni di tragedia mondiale, proprio per la possibilità di accertare su larga scale l’avvenuta vaccinazione per il Coronavirus, una volta che tale improbabile vaccino verrà diffuso.

Pare anzi che dietro il progetto vi sia proprio la somministrazione di vaccini contro le pandemie e che tra i soci fondatori di ID2020 vi siano nomi di enti e persone miliardari di fama mondiale, come i Rockfeller, con la società GAVI, alleanza mondiale per le immunizzazioni, la Big Pharma, Bill Gates, oltre a varie organizzazioni pubbliche e private, sempre con il dichiarato scopo benefico per l’umanità di munire tutti di “identità digitale”.

Se non saremo vaccinati saremo invisibili, non identificabili, incapaci di accedere all’assistenza sanitaria, all’università, al lavoro, non potremo votare, né aprire un conto corrente bancario. Ma questo è un bene o un male? Lascio a voi giudicare.

Certo è che abbiamo la tecnologia necessaria per fare il salto quantico dell’umanità grazie alla decentralizzazione e alla condivisione, alla telematica e alla robotica, ma le vecchie logiche neoliberiste del profitto, alimentate dai grandi gruppi di potere e dalla ricchezza nelle mani di pochi, sembrano sempre sbarrarci la strada. 

Ma sono convinto che la nostra gloriosa nazione, culla del Rinascimento, saprà fronteggiare anche questa grave emergenza. Ricordiamo che senza l’Italia la stessa storia europea sarebbe stata diversa. Sono italiani i primi artefici dell’identità europea nei suoi punti essenziali (Giuseppe Mazzini, Altiero Spinelli); sono italiani i primi nel mondo che rifiutarono la tortura e la pena di morte (Cesare Beccaria. Pietro Verri); italiani sono coloro che si batterono per la libertà di pensiero e prezzo della vita morendo sui roghi (Giordano Bruno, Giulio Cesare Vanini). 

Come italiani abbiamo la forza dei nostri avi, per la nostra storia, per il nostro patrimonio culturale, che ci faranno superare questa grande tragedia assumendoci senza paura tutte le responsabilità che ci spettano.

Milano, 7. 5.2020                                          Avv. Giovanni Bonomo 
 

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