9/17/2018

Internet come sistema operativo sociale ad accesso universale

Internet sta diventando un sistema operativo sociale ad accesso universale e tendenzialmente wireless. Come tale richiede una regolamentazione che assicuri una qualità di servizio garantita a tutti e tramite le risorse frequenziali più efficienti. E la priorità non deve essere tanto la velocità o la “banda larga”, quanto la permanenza, la pervasività e la sicurezza.

Nella mia intervista su Diritto 24 ho accennato all’evoluzione di Internet e dei servizi diffusi, che già coinvolgono dispositivi, persone, processi e dati. “Internet of Everything” ho detto, parafrasando la più nota espressione di Internet of Things. È chiaro che tutto ciò richiede regole, perché se la Rete è nata come infrastruttura neutrale e anarchica, ora è diventata un’istituzione di mercato con accesso potenzialmente universale.  

Sotto il profilo economico Internet, per le sue caratteristiche di ubiquità, permanenza e assenza di costi, è diventata una piattaforma di scambi multilaterali, produttiva di esternalità informative sia positive, come i servizi a valore aggiunto e l’interoperabilità delle reti di comunicazione elettronica, sia negative, come quelle dell’affollamento di traffico e dei contenuti spazzatura.

In questa situazione di continuo aumento dei servizi offerti ogni ideologia di network neutrality sulla neutralità della Rete non paga: Internet sta diventando un sistema operativo sociale ad accesso universale. Come sono stati riconosciuti prima la radio e poi la televisione con i loro servizi di pubblico interesse, così anche Internet dovrà essere riconosciuta e regolamentata come medium istituzionale universale, di accesso tendenzialmente wireless, con una qualità di servizio garantita a tutti e tramite le risorse frequenziali più efficienti. E la priorità non deve essere tanto la velocità o la “banda larga”, quanto la permanenza, la pervasività e la sicurezza.

Nel futuro scenario del Web 4.0, in un mondo che evolve verso un’ineluttabile convergenza delle piattaforme e un’unità funzionale dei servizi, sarà necessario ripensare allo stesso concetto di media audiovisivi, e affrontare gli aspetti regolatori dell’integrazione tra TV digitale, Internet e reti radiomobili.

Ma già la nostra Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha stabilito un programma di studio e ricerca “Servizi e Contenuti per le reti di Nuova Generazione (SCREEN)” insieme a istituzioni universitarie ed enti pubblici di ricerca, al fine di approfondire i possibili scenari evolutivi della Rete e studiare forme di regolamentazione idonee ad assicurare il crescente sviluppo delle infrastrutture di comunicazione. I 7 obiettivi posti a base della regolamentazione nella Digital Agenda sono: 1. Mercato unico globale; 2. Interoperabilità e standard; 3. Fiducia e sicurezza; 4. Accesso veloce e ultraveloce; 5. Ricerca e innovazione; 6. Alfabetizzazione e inclusione digitale; 7. Servizi digitali pubblici.

Consideriamo poi che l’economia di Internet è caratterizzata dalla continua ricerca di modelli di business innovativi rispetto ai media tradizionali. Google, prima di Facebook, rappresenta senz’altro il più significativo esempio di successo nella ricerca di modelli di ricavi in un mondo che fa della gratuità dei servizi per l’utente finale una delle caratteristiche distintive. Se rende quindi utile, se non necessaria, per una compiuta regolamentazione, un’attenta analisi delle tendenze dei mercati individuando le principali caratteristiche e le implicazioni concorrenziali.

Avv. Giovanni Bonomo - Candide C.C.



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