I commenti che ho ricevuto da alcuni
credenti in seguito alla pubblicazione del mio
scritto sulla storia del Cristianesimo e sulla nascita del mito
Gesù Cristo, seguito da una mia lettera
aperta ai credenti, conferma una volta di più che la religione,
per definizione, è integralista e assolutista, mentre il vero pensiero e la
ricerca scientifica vivono nel dubbio, nella ricerca della verità, nel bisogno
di provare, di criticare anche se stessi, e di continuare a cercare scavando
nelle fonti storiche, per il progresso, la civiltà e il bene di tutti.
Tralasciando i commenti sgrammaticati di
persone ignoranti, quelli che risultano almeno leggibili mi confermano che
anche le persone “colte”, o che almeno sanno scrivere, hanno avuto compromesso,
a causa dell’insegnamento religioso, l’uso della ragione. Se questa è la loro
difesa, che trascende nell’insulto, del loro “Dio”, se lo tengano nel loro foro
interiore, hanno ciò che si meritano. Probabilmente anche l’inferno, per la loro cattiveria, si meriteranno, perché se un Dio giusto esistesse, li aspetterebbe al varco,
non potendo gradire i loro insulti e le loro bestemmie (tra le quali è quella
di identificarlo con l’iracondo e guerrafondaio dio biblico Yahweh).
Meno male che questi volgari fanatici,
incapaci di ragionare, sono una minoranza tra gli stessi credenti. I non
credenti (in nessuna ideologia, fascista o comunista che fosse) non hanno mai
perseguitato i credenti. Sono stati questi a perseguitare i non credenti. Ma
passiamo oltre e sorvoliamo ("non ti curar di loro…") i messaggi anonimi di
vigliacchi e ignoranti, per fare ancora una riflessione positiva con dati storicamente
verificabili, nella speranza di svegliare le coscienze di chi almeno una
coscienza abbia.
Giordano Bruno, antesignano del pensiero
laico alla base (in teoria) dei moderni Stati di diritto, era un “credente” nell’esistente
e nello spirito divino che lo pervade, quindi non nel trascendente ma nell’impermanente
e nell'immanente. E il pensiero panteista è già il sano pensiero ateo allo stadio
embrionale. Amare tutto e tutti e raggiungere l’Uno, l’unità di cui tutti siamo
partecipi, realizzando l’unione mistica con la divinità che tutto permea, è la
meta finale, che si raggiunge con l’“eroico furore” bruniano.
Ma anch’egli già diceva che la religione
era per il popolo, mentre la filosofia e la “dimostrazione” erano per i
sapienti. Perché chi è incapace di ragionare e di avere un libero e puro
pensiero, per ignoranza o per indole (ma all’ignoranza si può ovviare, mentre
una cattiva indole può formarsi anche nell’infanzia, se non essere innata) può
trovare solo nella religione, a mo’ di “morale” spicciola, una guida e
un’argine al male operare.
In questa attuale era dell’informazione
globale destinata a tutti grazie a Internet, Giordano Bruno sarebbe più
ottimista e democratico, renderebbe accessibili i suoi scritti a tutti, come io
sto facendo, modestamente, con il Centro Culturale Candide che sconta pure lunghe
pause nell’organizzazione di eventi, ma non nella diffusione di scritti e
riflessioni. E magari sarebbe anch’egli un networker
digitale, per lo stesso spirito di servizio nell’aiutare gli altri in questa
appena iniziata quarta rivoluzione industriale.
Con modestia ma fermezza il mio impegno civile
nel diffondere il pensiero libero e critico continua. Richiamo questo mio scritto,
nel blog “La mente sveglia”, sulla filosofia che anima il mio Candide C.C., sull’amore
per il sapere che non dovrebbe a nessuno mancare.
Avv. Giovanni Bonomo – Ultime-Notizie.net