A coloro che credono in una religione o in
qualsiasi altra superstizione o ideologia creazionistica, consiglio di
riflettere su come è fatta la natura, fondata sulla "crudele"
selezione naturale. Mangia tu ché poi ti mangio io. Riflettano, i credenti, su
tutte le malattie infettive o di origine genetica causate dalla casualità che
ha inciso sulla formazione dei primi organismi e che si sono trasferite su
tutte le forme di vita nell'arco di centinaia di milioni di anni, o almeno da
quando 600 milioni di anni fa esplose la vita nei mari. Coloro che credono e
che rispondono indignati ai miei post (scritti per far riflettere e non per
offendere), hanno mai fatto studi di biologia evoluzionistica per sapere se la
vita sia veramente la conseguenza di un progetto divino? Hanno mai letto libri
come quelli di Monod, Jacob, Lorenz, Weinberg, Ageno, Dawkins e altri
genetisti e biologi per scoprire, sulla base di studi a cui tanti scienziati
hanno dedicato una vita, che non esiste un progetto intelligente della natura?
Sanno costoro che è ormai accreditata scientificamente la spiegazione di come
tutte le forme di vita siano nate dalla casuale simbiosi di due batteri (che
sono procariotidi e monocellulari, come le alghe azzurre) e di come tale
casuale simbiosi abbia dato origine dopo tre miliardi di anni alla cellula
eucariotica, senza la quale non vi sarebbero state tutte le altre forme di vita
perché la Terra, altrimenti, sarebbe abitata ancora solo da batteri e da alghe
azzurre?
“Dio”, secondo i credenti, avrebbe
impiegato 3 miliardi di anni per riuscire ad inventare la cellula eucariotica
con tutte le sue imperfezioni? Altro che dire, come ha scritto il papa
(costretto a fare il suo mestiere), che Dio è amore (enciclica Deus caritas est). Se un Dio esistesse,
scrisse Schopenhauer (in “Pensieri e frammenti”), non vorrei essere io quel
Dio: le miserie del mondo mi strazierebbero l'anima. Aggiungo io che questo Dio
non meriterebbe alcuna venerazione per come ha fatto la natura. Mi vengono in
mente le parole di Jago, che nell'Otello di Verdi canta l'aria "Credo in
un Dio crudele". E tra tutti gli animali l'uomo è l'unico veramente
crudele, perché capace di uccidere oltre la necessità della sopravvivenza,
come, invece, fa il predatore. Si ricordino tutti i credenti accecati dalle
panzane delle religioni e dalle madonne di Medjugorje et similia che molti
scienziati hanno dedicato la vita alla cura delle malattie, e tra queste anche
il cancro, che è sempre esistito da quando esiste la vita. Infatti esso,
sebbene possa essere favorito anche da cause ambientali o dalla alimentazione,
dipende essenzialmente dalla stessa struttura imperfetta della cellula, che
impazzisce producendo cellule anomale che gli anticorpi non riescono più a
controllare. Il cancro è dunque innato nella stessa struttura cromosomica. Vi
sono individui che hanno un sistema immunitario abbastanza forte da essere
capace di distruggere sul nascere le cellule cancerogene, altri individui
invece no. Perché tutti abbiamo ogni giorno un certo numero di cellule
cancerogene che gli anticorpi distruggono. Il cancro si manifesta quando il
sistema immunitario è debole. Il cancro del collo dell'utero, per esempio, è
causato dal papilloma virus, che rimane in incubazione se il sistema
immunitario è forte. Altrimenti si manifesta la malattia. E chi ha creato il
cancro? In particolare, chi ha creato il papilloma virus? Dio, per i credenti.
Ma allora vi dico,
ammesso che Dio esista, non vi accorgete, o credenti che siete solo dei
disperati sul piano argomentativo e logico? E qui ve lo dimostro. Poniamoci di
fronte ad un ipotetico Dio che fosse in grado di giudicare il bene ed il male. Ora,
in che cosa consista il BENE nessun filosofo è mai riuscito a capirlo, a
incominciare da Platone, che cercò sempre di darne una definizione, senza mai
riuscirci; si può invece definire il MALE, come danno ad altri causato. Il male
si vede, il bene no. Nessuno può essere chiamato in Tribunale per non aver
fatto del bene: si viene invero chiamati per aver fatto del male. Il bene
è soggettivo. Il male è oggettivo. Per un fanatico islamico è bene farsi
esplodere provocando una strage: glielo comanda il Corano. A parte ciò, o
credenti, ponetevi questa domanda: di fronte all'ipotetico Dio chi avrebbe più
meriti? Colui che credendo nella sua esistenza fa del bene con la tacita
ed inespressa convinzione di avere in questo modo dei meriti di fronte a Dio ai
fini della salvezza della propria anima, oppure colui che, non credente, compia
lo stesso bene o si limiti a non fare del male senza aspettarsi alcun
premio da Dio in cui non crede?
Iniziate a riflettere, credenti! Se un
“Dio” esistesse premierebbe maggiormente il non credente che non faccia del male
rispettando il comandamento di Confucio "non fare agli altri quel che non
vorresti fosse a te". Gli ignoranti credono che questo sia un comandamento
evangelico. NO. Gesù disse diversamente: "Fai agli altri quel che vorresti
fosse fatto a te". Che è un comandamento morale, non giuridico, perché
nessuna legge può comandare di fare del bene. In ogni caso l'ipotetico
Dio, posto di fronte ad un credente che abbia fatto del bene e ad un non
credente che non abbia mai fatto del male, sarebbe costretto a dire al
credente: tu hai fatto del bene per
opportunismo, pensando a me. Pertanto
premierò maggiormente il non credente che non ha mai fatto del male perché
si è astenuto da esso disinteressatamente, non egoisticamente per
salvarsi l'anima.
Ne consegue, o credenti, che Dio, se
esistesse, vi riterrebbe inferiori ai non credenti che non abbiano fatto del
male. A che serve dunque credere in Dio se è meglio non crederci per essere da
lui considerati moralmente superiori ai credenti? O credenti, liberate la
mente! Avete tutto da guadagnarci. Oppure tenetevi Dio per conto vostro,
coltivatevelo pure nella vostra vita privata, ma nella società non rompete più
i coglioni ai non credenti che applicano la norma suprema della giustizia: il
NEMINEM LAEDERE (non danneggiare alcuno). Perché proprio i non credenti
saranno maggiormente premiati di fronte ad un Dio che non sarebbe certo quello
antropomorfico delle religioni cosiddette rivelate. Il papa finge di non sapere
questi argomenti. Sapete perché? Perché sa che altrimenti rimarrebbe
disoccupato. Il papa finge di non sapere oppure non comprende veramente
nemmeno i vangeli. Infatti Gesù ha comandato di fare del bene in privato
("Quando fate la carità non suonate la tromba per farvi vedere, e la
vostra destra non sappia ciò che fa la sinistra"). In Matteo non
viene condannato il divorzio, si ritiene solo moralmente superiore chi non
divorzi. Né si parla nei vangeli di aborto. Ma ammesso e non concesso che
il divorzio e l'aborto siano moralmente condannabili, la Chiesa non può
chiedere che sia la politica a vietarli. Dal momento in cui non si divorziasse
e non si abortisse per divieto di legge, chi non divorziasse e non abortisse
non avrebbe alcun merito. Dunque, anche se può sembrare paradossale, il papa
dovrebbe essere evangelicamente favorevole sia all'aborto che al divorzio per
rendere meritevoli coloro che non divorziano e non abortiscono.
Non si può, in conclusione, fondare una
verità sulla fede. Per questo nessuna religione dovrebbe avere incidenza nella
vita pubblica. Lo Stato deve ignorare tutte le religioni. La
religione proibisce di ragionare, perché ragionando se ne scoprono subito le
contraddizioni e l'assenza di credibilità. La Chiesa ha sempre ostacolato il
libero pensiero, fortunatamente finendo con il perdere tutte le battaglie
nell’ineluttabile progresso scientifico e di civiltà, ma sopravvive grazie al
potere e alle ricchezze acquisite nei secoli.
Avv. Giovanni Bonomo - Candide C.C.
Fantastico! La penso esattamente allo stesso modo. Concetti apparentemente semplici, ma complessi per chi non è abituato a ragionare.
RispondiEliminaIl commento sopra è stato scritto da me, Daniela De Caro
RispondiElimina