Ad un anno di distanza dalla prima presentazione di “L’invidia
dell’utero”, raccolta di poesie di Lorenza
Franco che avvenne per l’esattezza il 30 maggio 2018 presso il Centro Culturale
ChiAmaMilano di via Laghetto (a seguito dell’anteprima in occasione del compleanno
dell’autrice: http://www.divinidiversi.it/images/linvidia%20dellutero%20di%20lorenza%20franco%20edizioni%20nuove%20scritture%202018.pdf), mi ritrovo
con piacere io stesso, che curai tal raccolta insieme allo scrittore Angelo Gaccione, introduttore di questo
prezioso libretto.
Tale opera
rivela, rispetto alla precedente produzione poetica dell’autrice, ancor più in
alcune poesie fatti e riferimenti autobiografici drammatici e dolorosi, che
fanno riflettere sulla resilienza che solo una grande intelligenza unita a
una grande cultura può possedere. Non a caso tale libro è stato editato in
omaggio alla ripresa di pieno vigore fisico e intellettuale di Lorenza Franco
dopo un travaglio ospedaliero durato due anni, ad iniziare dall’agosto 2015
tra l’ospedale di Lavagna e quello di San Rocco di Rapallo, passando dall’ospedale
milanese Fatebenefratelli in seguito a trauma da terza caduta che la vide
praticamente più di là che di qua, e conclusasi in data 4 luglio 2017 alla clinica
di via Dezza a Milano con una riuscitissima riabilitazione durata due mesi.
Nell’immagine ricordo che qui riporto https://www.facebook.com/gbonomo1/posts/10213311326007770 la vedete in tale data appena
uscita dalla clinica, non più sulla sedia a rotelle ma con la maglietta della
Strasingle da vera runner, con la consueta ironia da arguta intellettuale e
sagace scrittrice di sempre (siamo entrambi, io e mia madre, visibilmente più
vecchi di due anni fa, per il comprensibile stress subito). Voglio dire che tale
libro di poesia è in qualche modo la nemesi del superamento di ogni tipo di
dolore, anche mortale, dopo quello subito fin dall’infanzia e nell’adolescenza
e di cui trovate, come dicevo, cenni autobiografici in qualche poesia.
Nascosta la
Camusa, sogghignante,
attende la
sua preda con pazienza.
Ma quella
bestia cinica e arrogante
di me, per
oggi, dovrà fare senza.
è l’ultima quartina di Vorrei trovare in me… , a pag. 69.
E forse non fu un caso, se crediamo alle impreviste ma
necessarie sincronicità della vita, che il filosofo e scrittore Roberto Caracci, nell’imminenza
della presentazione del suo romanzo “La cella della dea”, fosse stato
chiamato a introdurre tale ultima raccolta di poesie dell’autrice, perché
nell’accidentato percorso della vita la figura materna è il primo legame con il
mondo che ci si apre davanti al momento della nascita. Una madre non continente
e negata alla maternità stessa non può che lasciare enormi vuoti che solo una
volontà nietzschiana e sovrumana, culturalmente ricca e resiliente, può
superare se non colmare. Ne fanno le spese i figli, di generazione in
generazione. A meno che non si prosegua, ma si interrompa, la catena karmica. (…).
Certo, l’invidia
dell’utero, a controcanto del luogo comune di freudiana memoria. Ma tutti
siamo consapevoli, al di là di ogni divergenza o invidia per l’uno o l’altro
sesso, che è un dolore normale, che non ha sesso e niente di speciale, di
diverso. È per questo che il titolo nasconde e dissimula una ben altra invidia,
né del pene né dell’utero, ma dei non amati verso gli – coloro che sono stati -
amati. Tra sogno e realtà, esperienza e mito, la madre concreta si intreccia
con quella archetipica, insieme strega e fata, mistero e certezza, ma
soprattutto donna, forte e resiliente, capace di lasciarci nel tempo il suo
dono più grande: la forza di proseguire l’accidentato viaggio della vita e
dell’esistere da soli, senza di lei.
Oltre ai riferimenti anticlericali,
trovate quindi sul tema de LA MADRE NEGATA, l’omonima poesia a pag. 20, PATOLOGIE
a pag. 33, TRA LE SPIGHE a pag. 55, TU MI TENDI LA MANO a pag. 57, queste solo
le poesie che mi hanno più impressionato. Ma se cercate in Internet con le
parole-chiave del titolo e del nome dell’autrice trovate brevi video sulla
presentazione precedente dell’anno scorso
[n.d.r.:
https://youtu.be/raHf8rPzAYY Recensione di
Roberto Caracci 1
https://youtu.be/WniygHkVJzA Recensione di
Roberto Caracci 2
https://youtu.be/3ip1dwkUouE Recensione di
Simona Albano
https://youtu.be/rTNAOg07kmg LA MADRE NEGATA,
p. 20.
https://youtu.be/lw-JVrzp420 PATOLOGIE, p. 33.
https://youtu.be/aGqQFukfyGo Riflessioni di Lorenza Franco
https://youtu.be/EtZk9oSVkJ0 TRA LE SPIGHE, p.
55.
https://youtu.be/lD2prc28xxw TU MI TENDI LA
MANO, p. 57
https://youtu.be/MbUMyCLe8E4 Intermezzo
musicale di R. Nobile
https://youtu.be/PeiIleq2cxQ All’alba, di Simona Albano (omaggio a L.
Franco)]
per la quale
ancora ringrazio lo scrittore Roberto
Caracci e Simona Albano per
l’introduzione e le letture, l’editore e scrittore Angelo Gaccione per il coordinamento, Raffaele Nobile per l’intermezzo musicale, così come oggi ringrazio
ancora tutti gli intervenuti e gli amici del mio salotto letterario Centro
Culturale Candide, gli estimatori di Lorenza
Franco e gli amici di libero pensiero e di impegno civile. Ringrazio in
particolare lo scrittore Pierino
Marazzani e mia mamma, l’autrice, che questa volta è riuscita a intervenire
di persona dimostrando una lucidità e un vigore esemplari. Buona lettura!
Milano, 26. 5.2019 avv. Giovanni Bonomo – Candide C.C.
Lorenza
Franco
L'invidia
dell'utero
Edizioni
Nuove Scritture, Abbiategrasso, 2018, pagine 71, euro 10,00
Nuova raccolta poetica della
coltissima atea e libera pensatrice milanese di origine valtellinese Lorenza
Franco. Sono versi che appartengono alla sua più recente stagione poetica
(2015-2016) ma sono anche versi “sparsi” recuperati da un'accurata ricerca del
figlio Giovanni Bonomo, ateo militante, fra le carte dell'autrice.
Nella poesia “Il
dubbio” si esalta la “straordinaria
purificazione” dalle fantasie fideistiche apportata da tale atteggiamento
scettico. Infatti per l'Autrice “lo
scetticismo è apportatore di vera pace e vera civiltà”.
La negazione di ogni
asserito fasullo “aiuto dall'alto” è
contenuta nella poesia “Il ghiaccio nel cuore”. Eventuali
aiuti nei travagli della nostra vita potrebbero venire solo “da un amico che ti vuole bene”.
Nella poesia intitolata “Iniziazione
(Hallowen)” si definisce la religione un “Nulla camuffato da Mistero” creato da fantasiosi fideisti adoratori
di un “oscuro Dio che forse neanche
esisti”.
Due poesie contro le campane
di Ponte in Valtellina, Sondrio, ne segnalano “l'infame tranello: ogni mezz'ora suonan le campane”. Il turista
malcapitato ignaro “dalle campane ognidì
frastornato”. Basta con questo “cattolico
adescamento”! In questo paese “sparge
nell'aria insidioso un veleno quel campanile che sta a me di fronte”.
L'Autrice satireggia poi su dogmi cattolici: “Se son questi i suoni celestiali, il paradiso sarà poco ambito”.
Non si salva nemmeno l'Eucarestia: “Vile
mentalità sacrificale,/ interpretata dallo scampanio,/ per annunciare che si
ammazza Dio/ e lo si mangia su un crudele altare”.
Nella poesia “Madri
e Veneri” si ricorda la “ferocia
dell'Inquisizione” che “annienterà
del tutto gli iniziati” alle vecchie pratiche idolatriche nel vecchio e nel
nuovo mondo.
Ottima la poesia “Senofane”
ove si satireggia sulla superbia umana che ha inventato un Dio supremo
onnipotente a sua immagine e somiglianza: perfino le zanzare sono convinte che
Dio ha creato i mammiferi al loro servizio, in particolare i cavalli. L'ironica
poesia così finisce: “si tuffò nello
stagno infastidita/ da queste assurdità una verde rana,/ sdegnando di
abbassarsi a una smentita/ che il dio batrace riterrebbe vana”.
Pierino Marazzani, giugno 2019
Si ringrazia l'amica Lorenza Bussolati per il cortese contributo fotografico.
Circolo Culturale Giordano Bruno, Milano 26. 5.2019