6/12/2019

Introduzione a L’INVIDIA DELL’UTERO, di Lorenza Franco, Circolo Culturale Giordano Bruno (26. 5.2019)


Ad un anno di distanza dalla prima presentazione di “L’invidia dell’utero”, raccolta di poesie di Lorenza Franco che avvenne per l’esattezza il 30 maggio 2018 presso il Centro Culturale ChiAmaMilano di via Laghetto (a seguito dell’anteprima in occasione del compleanno dell’autrice: http://www.divinidiversi.it/images/linvidia%20dellutero%20di%20lorenza%20franco%20edizioni%20nuove%20scritture%202018.pdf), mi ritrovo con piacere io stesso, che curai tal raccolta insieme allo scrittore Angelo Gaccione, introduttore di questo prezioso libretto.

 Tale opera rivela, rispetto alla precedente produzione poetica dell’autrice, ancor più in alcune poesie fatti e riferimenti autobiografici drammatici e dolorosi, che fanno riflettere sulla resilienza che solo una grande intelligenza unita a una grande cultura può possedere. Non a caso tale libro è stato editato in omaggio alla ripresa di pieno vigore fisico e intellettuale di Lorenza Franco dopo un travaglio ospedaliero durato due anni, ad iniziare dall’agosto 2015 tra l’ospedale di Lavagna e quello di San Rocco di Rapallo, passando dall’ospedale milanese Fatebenefratelli in seguito a trauma da terza caduta che la vide praticamente più di là che di qua, e conclusasi in data 4 luglio 2017 alla clinica di via Dezza a Milano con una riuscitissima riabilitazione durata due mesi.

Nell’immagine ricordo che qui riporto https://www.facebook.com/gbonomo1/posts/10213311326007770 la vedete in tale data appena uscita dalla clinica, non più sulla sedia a rotelle ma con la maglietta della Strasingle da vera runner, con la consueta ironia da arguta intellettuale e sagace scrittrice di sempre (siamo entrambi, io e mia madre, visibilmente più vecchi di due anni fa, per il comprensibile stress subito). Voglio dire che tale libro di poesia è in qualche modo la nemesi del superamento di ogni tipo di dolore, anche mortale, dopo quello subito fin dall’infanzia e nell’adolescenza e di cui trovate, come dicevo, cenni autobiografici in qualche poesia.

Nascosta la Camusa, sogghignante,
attende la sua preda con pazienza.
Ma quella bestia cinica e arrogante
di me, per oggi, dovrà fare senza.
è l’ultima quartina di Vorrei trovare in me  , a pag. 69.

E forse non fu un caso, se crediamo alle impreviste ma necessarie sincronicità della vita, che il filosofo e scrittore Roberto Caracci, nell’imminenza della presentazione del suo romanzo “La cella della dea”, fosse stato chiamato a introdurre tale ultima raccolta di poesie dell’autrice, perché nell’accidentato percorso della vita la figura materna è il primo legame con il mondo che ci si apre davanti al momento della nascita. Una madre non continente e negata alla maternità stessa non può che lasciare enormi vuoti che solo una volontà nietzschiana e sovrumana, culturalmente ricca e resiliente, può superare se non colmare. Ne fanno le spese i figli, di generazione in generazione. A meno che non si prosegua, ma si interrompa, la catena karmica. (…).

Certo, l’invidia dell’utero, a controcanto del luogo comune di freudiana memoria. Ma tutti siamo consapevoli, al di là di ogni divergenza o invidia per l’uno o l’altro sesso, che è un dolore normale, che non ha sesso e niente di speciale, di diverso. È per questo che il titolo nasconde e dissimula una ben altra invidia, né del pene né dell’utero, ma dei non amati verso gli – coloro che sono stati - amati. Tra sogno e realtà, esperienza e mito, la madre concreta si intreccia con quella archetipica, insieme strega e fata, mistero e certezza, ma soprattutto donna, forte e resiliente, capace di lasciarci nel tempo il suo dono più grande: la forza di proseguire l’accidentato viaggio della vita e dell’esistere da soli, senza di lei.

Oltre ai riferimenti anticlericali, trovate quindi sul tema de LA MADRE NEGATA, l’omonima poesia a pag. 20, PATOLOGIE a pag. 33, TRA LE SPIGHE a pag. 55, TU MI TENDI LA MANO a pag. 57, queste solo le poesie che mi hanno più impressionato. Ma se cercate in Internet con le parole-chiave del titolo e del nome dell’autrice trovate brevi video sulla presentazione precedente dell’anno scorso

[n.d.r.:
https://youtu.be/raHf8rPzAYY Recensione di Roberto Caracci  1
https://youtu.be/WniygHkVJzA Recensione di Roberto Caracci  2
https://youtu.be/3ip1dwkUouE Recensione di Simona Albano
https://youtu.be/rTNAOg07kmg LA MADRE NEGATA, p. 20.
https://youtu.be/lw-JVrzp420 PATOLOGIE, p. 33.
https://youtu.be/aGqQFukfyGo Riflessioni di Lorenza Franco
https://youtu.be/EtZk9oSVkJ0 TRA LE SPIGHE, p. 55.
https://youtu.be/lD2prc28xxw TU MI TENDI LA MANO, p. 57
https://youtu.be/MbUMyCLe8E4 Intermezzo musicale di R. Nobile
https://youtu.be/PeiIleq2cxQ All’alba, di Simona Albano (omaggio a L. Franco)]

per la quale ancora ringrazio lo scrittore Roberto Caracci e Simona Albano per l’introduzione e le letture, l’editore e scrittore Angelo Gaccione per il coordinamento, Raffaele Nobile per l’intermezzo musicale, così come oggi ringrazio ancora tutti gli intervenuti e gli amici del mio salotto letterario Centro Culturale Candide, gli estimatori di Lorenza Franco e gli amici di libero pensiero e di impegno civile. Ringrazio in particolare lo scrittore Pierino Marazzani e mia mamma, l’autrice, che questa volta è riuscita a intervenire di persona dimostrando una lucidità e un vigore esemplari. Buona lettura!

Milano, 26. 5.2019      avv. Giovanni Bonomo – Candide C.C.




Lorenza Franco
L'invidia dell'utero
Edizioni Nuove Scritture, Abbiategrasso, 2018, pagine 71, euro 10,00

Nuova raccolta poetica della coltissima atea e libera pensatrice milanese di origine valtellinese Lorenza Franco. Sono versi che appartengono alla sua più recente stagione poetica (2015-2016) ma sono anche versi “sparsi” recuperati da un'accurata ricerca del figlio Giovanni Bonomo, ateo militante, fra le carte dell'autrice.

Nella poesia “Il dubbio” si esalta la “straordinaria purificazione” dalle fantasie fideistiche apportata da tale atteggiamento scettico. Infatti per l'Autrice “lo scetticismo è apportatore di vera pace e vera civiltà”.

La negazione di ogni asserito fasullo “aiuto dall'alto” è contenuta nella poesia “Il ghiaccio nel cuore”. Eventuali aiuti nei travagli della nostra vita potrebbero venire solo “da un amico che ti vuole bene”.

Nella poesia intitolata “Iniziazione (Hallowen)” si definisce la religione un “Nulla camuffato da Mistero” creato da fantasiosi fideisti adoratori di un “oscuro Dio che forse neanche esisti”.

Due poesie contro le campane di Ponte in Valtellina, Sondrio, ne segnalano “l'infame tranello: ogni mezz'ora suonan le campane”. Il turista malcapitato ignaro “dalle campane ognidì frastornato”. Basta con questo “cattolico adescamento”! In questo paese “sparge nell'aria insidioso un veleno quel campanile che sta a me di fronte”. L'Autrice satireggia poi su dogmi cattolici: “Se son questi i suoni celestiali, il paradiso sarà poco ambito”. Non si salva nemmeno l'Eucarestia: “Vile mentalità sacrificale,/ interpretata dallo scampanio,/ per annunciare che si ammazza Dio/ e lo si mangia su un crudele altare”.

Nella poesia “Madri e Veneri” si ricorda la “ferocia dell'Inquisizione” che “annienterà del tutto gli iniziati” alle vecchie pratiche idolatriche nel vecchio e nel nuovo mondo.

Ottima la poesia “Senofane” ove si satireggia sulla superbia umana che ha inventato un Dio supremo onnipotente a sua immagine e somiglianza: perfino le zanzare sono convinte che Dio ha creato i mammiferi al loro servizio, in particolare i cavalli. L'ironica poesia così finisce: “si tuffò nello stagno infastidita/ da queste assurdità una verde rana,/ sdegnando di abbassarsi a una smentita/ che il dio batrace riterrebbe vana”.

Pierino Marazzani, giugno 2019




Si ringrazia l'amica Lorenza Bussolati per il cortese contributo fotografico. 
Circolo Culturale Giordano Bruno, Milano 26. 5.2019